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Tema: La nemica e Madame T.

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Tema: La nemica e Madame T.Madame T. ha un solo sguardo.La sua espressione è eternamente corrucciata come se tutti le debbano qualcosa e nessuno la paghi mai.I suoi occhi azzurri, grandi sotto le ciglia castano chiaro, ingentilirebbero un viso abbastanza bello se solo Madame T. gli permettesse di aprirsi qualche volta al sorriso.O forse, quell'espressione è riservata solamente a lei, la sua nemica.Hanno avuto qualche screzio ogni tanto, lei e Madame T..Lei, all'epoca della prima conoscenza, aveva provato ad essere gentile, come lo era con quasi tutti, ma quell'aria da gatta morta di Madame, ebbene, non l'aveva mai digerita - la sua gentilezza era uno sforzo con quella donna - la vedeva, ma soprattutto la sentiva parlare, con quel modo strascicato, quasi facesse fatica per emettere ogni singola parola, e potente spingeva da dentro il suo bisogno di essere profondamente stronza, quanto, solo una persona infinitamente gentile riesce ad essere quando perde la pazienza.Eppure si controllava.Ogni volta cercava di farlo, ma una volta per delle cose che la Madame fingeva di non capire, una volta per un tavolo mal messo, una volta per dei rifiuti gettati maldestramente, pareva che i loro incontri finissero sempre in guerriglia.Madame T., dal canto suo, la odiava ferocemente e non glielo nascondeva affatto, le regalava sguardi carichi di disprezzo e di domande quali "ma che ci stai a fare tu al mondo?"Lei, deve ammetterlo, è fortemente prevenuta nei confronti di Madame T., per questo ce l'ha con se stessa, perché con lei la sua gentilezza non riesce a venir fuori, a pensarci bene, le succede anche con altre persone, e quella mattina, di fronte al sottile fastidio che comincia a montare, il dubbio che la sua non sia una gentilezza genuina la investe come una brezza leggera. Lo coglie ma poi lo scaccia come scaccerebbe una mosca noiosa e torna a concentrarsi su Madame.- E adesso, che si fa? pensa di fronte all'ennesimo fallo imputabile - indirettamente - a lei.Va avanti e indietro, farlo o non farlo, pensa e ripensa.L'ultimo scontro non è stato piacevole, la questione faceva pendere la ragione dalla sua parte della bilancia, ma il modo in cui l'aveva affrontata, in cui aveva gettato fuori dai denti il suo rimprovero quell'ultima volta, aveva inclinato il piatto, dritto fino ai piedi di Madame.Questo la faceva star male. Ora forse può rifarsi, ma come farlo senza apparire ancora più stronza?Avanti - indietro.Eppure, non può omettere di fare quell'osservazione, ne va del suo dovere, del suo onore, della sua integrità. E' rassegnata. Si avvicina un po' incerta presso il terreno nemico, entra e porge la domanda inquisitoria.L'unico sguardo di Madame si volge verso di lei con la solita aria annoiata, ma non muta le mosse di sempre, anzi, continua a consumare la sua colazione tranquilla e, con fare da guerra fredda, le confessa che l'errore è proprio il suo, di lei, di Madame, ma che non avrebbe alcuna voglia di alzarsi per rimediare – una sfida a viso aperto.La trasmutazione avviene in un attimo, lei sente nella sua mente parole come queste "va figliola, io ti perdono, ma rimedia il tuo torto, mi senti, io ti perdono, purché tu faccia quello che devi fare ORA!"Madame intuisce la trasformazione avvenuta, poggia la banana che stava per sbucciare con le sue manine graziose si alza ed esce, sottovoce impasta parole che arrivano solo per metà alle sue orecchie.Lei aspetta tranquilla, poi accetta il caffè che le viene offerto, osserva le mosse di chi lo prepara, lo vede versare nella tazzina, lo mescola lentamente col cucchiaino, molte, molte volte, lo guarda e lo riguarda,  e poi lo beve, da perfetta stronza, lo avrebbe bevuto anche se avesse avuto la certezza che ci fosse stato uno sputo dentro.Grazie, dice sorridendo a Madame, si volta e va via.Ora sono pari!
Grilletto Salterino

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