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Tema: Le rose e il cotone

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SvolgimentoTema: Le rose e il cotoneIl sole caldo del pomeriggio era solo in parte schermato dalle tende di pesante velluto verde del salotto, dove Emma sedeva sul divano con un fare educatamente impettito; appariva rilassata con la tazza da tè in mano ma era solo la posa di una dama dabbene che cerca di far sentire tutta la gratitudine possibile alla padrona di casa per quale meravigliosa ospite lei sia. Emma era magnifica nel suo abito color zafferano chiaro, quello con le roselline che lei tanto amava; la sua interlocutrice era una donna di condizione più che agiata, moglie di un possidente terriero: un parvenu, rabbrividiva Emma pensandoci, e per di più irlandese. Lei, Elena, per lo meno era francese di nascita e aveva avuto la ventura di sposare un uomo che l’aveva portata in Georgia come signora di una ricca piantagione. Elena aspettava un bambino, e voleva farlo accudire da una donna europea, o meglio francese perché per quanto si potesse fidare delle schiave della tenuta non voleva affidarlo a loro. Aveva conosciuto Emma grazie ad amici dei quali era ospite da qualche giorno, e le era stato sussurrato quale vita sfortunata avesse avuto e come fosse venuta in America per cercare di ricominciare tutto come in un sogno. Conversavano in maniera molto affabile ma Elena desiderava scavare in quel passato che l’altra cercava di nascondere; tra un’allusione e un indizio riuscì a farsi un’idea abbastanza precisa del motivo che aveva fatto attraversare l’oceano alla signora Bovary: suo marito era un medico di provincia, e la tradiva con diverse sue pazienti; aveva persino dissipato tutta la sua dote per quelle donne, al punto che lei gli aveva chiesto la separazione. Lui gliela negò, dovendo garantirsi una rispettabilità nella sua condotta; disperata, dopo anni di angherie decise di fuggire, e una notte s’imbarcò di nascosto. Il marito inscenò un finto funerale, stilando un atto di decesso per avvelenamento da arsenico, mentre faceva anche circolare la diceria orribile di un patetico suicidio di Emma perché si era vista abbandonare dal suo ennesimo amante. 
Una donna sorvegliava tutta la scena discretamente, con due occhi neri grandi come laghi in un volto di bambina. Quella donna non le piaceva, no. Prese una decisione dettata dall’amore per la padrona: andò dal padrone, ben sapendo che rischiava di essere frustata a ogni parola ma sapendo altresì che lui l’avrebbe ascoltata perché era un uomo giusto. - Mist’ Geraldo, io essere molto preoccupata per Miz Elena. Quella francese riempire sua testa di fandonie, e adesso Miz Elena vuole che alleva lei suo bambino. Che cosa mai potere insegnare a piccolo una che chiamare “canapè” un divano e mettere mazzi di rose finte dentro scollatura? Che cotone si raccogliere da solo e patate saltare dentro forno quando uno battere mani? Voi dovere parlare con Miz Elena prima che essere troppo tardi, vi scongiuro in nome di Nostra Signora di Knock e di Beata Vergine di Guadalupe! - Ci penseremo domani, Mammy. Dopotutto, domani è un altro giorno. Mauro Melon

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