Tema : Salvato'

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Sabato mattina fuga al mare. Equipaggiamento leggero ed essenziale. Zainetto, telo da mare, borraccia, occhiali da sole, costumino d’ordinanza e rigoroso mp3 carico. La scelta musicale questa volta è per l’immenso Toots Thielemans. Ok, si parte destinazione “secret place” ovverosia lunga spiaggia isolata con soffice sabbia dorata per completo ed assoluto relax. Adoro quel posto di prima estate. Sublime. Tardo mezzogiorno son lì. Il sole picchia già come un fabbro. Mi posiziono a pochi metri dal bagnasciuga per godere al meglio la leggera brezza del maestrale in arrivo. Toots mi accompagna dolcemente con le sue lievi note. Lo ascolto a volume basso affinché possa sentire il respiro del mare e le urla incantate dei gabbiani. Anche l’amichevole immancabile “Ciao Cumpà!” di qualche venditore colorato di passaggio. Godo del creato. Se ci fosse qualche cherubino a farmi aria con le alette e la dea Kalì a scecherare un cocktail analcolico sarebbe paradisiaco. Ma so accontentarmi.
Ma proprio in quel momento di pace assoluta, di puro contatto con l’estremo, alle porte del Walhalla, che il beffardo destino si fa gioco di me. La puntina, sul 33 giri della vita, graffia l’intero lato A spezzando inesorabilmente il magico incantesimo. Il gabbiamo cade giù a piombo. Toots ingoia l’armonica. Odo un grido lungo e lacerante: “Papààààààààààààà….papààààààààààà…mettimmec’ andò stà o’ signoreeeeeeee!” dalla duna scorgo un barilotto pallone munito in canottiera rossa e berrettino di due misure più piccolo calzato a forza su di un capoccione nero riccioluto. Circa sei anni. In possesso di regolare foglio rosa di killer da spiaggia. Prossimo alla patente. Dietro di lui spunta anche il padre, sicuramente sotto l’effetto di psicofarmaci, carico come un dromedario transahariano. Infine la madre, sui quaranta chili, trascina un baule su ruote. Sicuramente cibarie al fresco. 
Se solo avessi una lampada di Aldino, di quelle in maxiofferta, desidererei tre sole cose. Primo. Che gli esplodesse il pallone tra le mani. Secondo. L’imminente ritorno di Erode. Terzo. Che si materializzasse così dal nulla un portentoso recinto elettrificato a 100.000 volt intorno a me e che carbonizzasse all’istante chiunque osasse penetrarvi. Ci sono trenta chilometri di spiaggia libera, ma potente Nettuno, ma perché devi venire nel mio secret place? Perché? Perché? Perché? Serro i pugni semisvenuto sul telo. Immobile. “Salvatò statt’ accuort’ cu sto pallone!” ecco si chiama Salvatore il killer spiaggifero. Parcheggiano a pochi metri da me. La pace è finita. Amen. “Salvatò mi raccomando il signore” lo catechizza il dromedario. La madre assorta tace. Salvatore invece rimbalza in perfetta sintonia con la palla. Tendo l’orecchio nella speranza di cogliere un improvviso pzooot dal recinto. Ma niente. Sento solo i colpi sordi al pallone.
“Salvatò vieni più qua, stai attento co stu pallone!” il dromedario manco termina la frase che il killer mi spara una pallonata in pieno petto “Uhh signò scusate. Vi pulisco?” – “Ma no dai piccolo figurati, spostati solo un po’ più in la col dromed…con papà, si?!” – “ Subito signò, scusate di nuovo” provo a pulirmi il chilo di sabbia che mi è piombato in petto, ed ecco che mi arriva un’altra pallonata. Se solo avessi un machete. “Uhh signò scusate, ma quello papà è scarso!” ride di gusto indicando il padre dromedario “Mannaggia a papà dobbiamo aggiustargli sti piedi, e Salvatò?” mi alzo e mi dirigo stile zombi verso il mare con la ferrea volontà di affogarmi. Mi tuffo con l’intenzione di attraversare lo stretto di Gibilterra e spiaggiarmi nelle Azzorre, invece dopo una semplice abluzione mi stendo esausto sul mio fidato telo. Salvatore si è placato, è l’ora del desco. Viva dio.La canicola mi asciuga rapidamente. Una nuvola solitaria mi fa un attimo ombra dandomi sollievo. Strano però, il cielo è sgombro da nuvole. Non è una nuvola. Il killer spiaggifero si è piantato a pochi centimetri dalla mia testa a mangiare un enorme trancio di pizza. Masticando un boccone gigante mi chiede: “Ghe musfca sendit?” – “Cosa? Scusa ma non ho capito?” – “Che musica sentite?” grida sputandomi un cappero e un oliva taggiasca mezza masticata in piena fronte. “Ahhh che musica sento! Ascolto un talentuoso armonicista. Si chiama Toots Thielemans” – “Tuzzo?” – “No. Toots. Toots Thielemans” – “Tuzzo” – “Toots” – “Tuzzo” – “Si. Ok. Tuzzo” il killer saltellando soddisfatto si dirige verso la madre urlando: “Mamma il signore ascolta Tuzzoooo”. Come vorrei che dal profondo del mare una piovra gigante, modello capitan Nemo, lo afferrasse per una caviglia trascinandolo con tutta la pizza in fondo gli scuri abissi. “Mi scusi signore, delle volte Salvatore è incontenibile” inaspettatamente mi viene incontro la madre. Una donna minuta in un bikini casto nero, con capelli nerissimi raccolti in un vezzoso nastro arancio. Con garbo mi porge in un piattino di plastica con dentro un bel trancio di pizza “Favorisca questa pizza, è squisita. Mio marito Alfredo fa il pizzaiolo. L’assaggi è davvero eccezionale e non perché la fa mio marito” timidamente si porta la mano alla bocca sorridendo “Piacere sono Lucia. Mi scuso di nuovo per Salvatore, ma è un bimbo talmente curioso e pieno di vita che ne io che il padre riusciamo a contenerlo” gli stringo delicatamente la mano con la paura di farle male. E’ piccolissima. Fragile. “Ma s’immagini signora Lucia, nessun problema. Piacere sono Roberto” - “Lei è davvero una persona buona è tollerante. Salvatore è un bimbo sfortunato e non riusciamo a dirgli di no. Si è fatto due mesi di rianimazione ed ora cerchiamo di esaudirgli ogni suo piccolo desiderio. Ha un brutto male ai polmoni e se la madonna ci assiste forse lo teniamo ancora con noi” mi accorgo che gli sto ancora stringendo la mano, ma questa volta con più forza. Con imbarazzo la lascio andare senza proferire alcuna parola. Allontanandosi alza la voce e mi domanda curiosa “Signor Roberto, ma chi è Tuzzo?“ – “Tuzzo? Ahh si Tuzzo, un rapper di Casoria” – “ Lo sa , è davvero molto bello qui. Che pace. Domani ci torniamo” gli rispondo alzando anch’io un po’ la voce “Si si…è proprio bello. Domani ci sarò anch’io”. Comprerò un pallone bellissimo per il piccolo, e forse mi porto dietro anche il rapper Tuzzo. Salvatò, però domani mi raccomando…a papà lo mettiamo in porta.
Roberto Testa

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