Magazine Diario personale
Se prendi il treno, prendilo al volo. È infinitamente più pratico. Facciamo finta che sia una mia proposta, non dovrei, tu sei libero di non farlo, ma ci scommetto che l'hai sempre sognato. Dove l'hai visto fare, in un film forse, c'era l'attore protagonista che dal cavallo con un salto da scoiattolo arrivava sul predellino del vagone, poi da quello raggiungeva l'interno e si confondeva tra i passeggeri, e tu lo guardavi e pensavi un giorno di questi ci provo pure io. Adesso è arrivato quel giorno di questi, non puoi tirarti indietro, soprattutto in questo momento che ho deciso di scrivere un pezzo sulla tua impresa. Vabbè, continuiamo.Procedi così. Decidi la sera prima quale treno prendere, annotane l’orario e il binario. Questo ti servirà a non rischiare di prendere un intercity di passaggio per il nord, quando tu dovresti percorrere soltanto trenta chilometri per andare al lavoro. Informati in via preventiva su cambiamenti di corse di orari o agitazioni sindacali che renderebbero strampalata e ridicola la tua impresa. La mattina seguente, all’ora stabilita, piazzati proprio all’estremità delle pensiline della stazione, senza badare troppo agli avvertimenti del capostazione. Cercherà in tutti i modi di farti rientrare nelle filepecore degli altri, stare al di qua della linea gialla, ma tu gentilmente farai finta di non avere sentito o capito. Un treno al volo è un'esperienza da provare, almeno una volta. È una cosa che non fa nessuno, eppure offre molti vantaggi, come per esempio evitare di affrettarsi tra sveglia doccia caffè in dieci minuti, per aspettare poi in stazione sul marciapiedi al freddo per venti minuti. Scongiura le chiacchiere con i compagni di attesa, la mattina è una cosa sempre un po’ scocciante che impedisce di concentrarsi sulla propria condizione di homo sonnolens.
Per prendere il treno al volo, prima di tutto aspetterai che si fermi. Osserva con aria di sufficienza i passeggeri che salgono composti occupando i posti più vicini all'ingresso, un po’ di pazienza, non è arrivato ancora il tuo momento. Ecco il fischio del capostazione, adesso il treno sbuffa annoiato, inizia a stridere e a scorrere piano sul binario. Ora! Allunga la mano con un guizzo verso la maniglia della porta scorrevole dell’ultimo vagone, è quello di solito più vuoto, perché si trova fuori dall’abbraccio della pensilina. Spicca il salto, dai, che cosa ti hanno insegnato tre anni di educazione fisica alle scuole medie? Più energia, salta! Così. Hai visto, non è stato difficile, ti confesso che neanche io ci credevo tanto. Anzi se proprio devo dirla tutta non ci avrei scommesso un euro. Complimenti, ma non montarti la testa, sai quanto ci metto a cambiare idea.Appena salito a bordo, mi dispiace non posso vedere quello che fai, perché da qui non riesco più a seguirti, appena sali, mi raccomando, cerca un posto isolato, lontano dagli altri, e finalmente potrai goderti il riposo del pendolare, alla larga da scocciatori chiacchieroni che vorrebbero impedirti, sin dall'inizio del viaggio, di scaccolarti beatamente il naso leggendo un libro di ricette medievali. Visto che ne valeva la pena?
Raimondo Quagliana
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