Tema: Vale di Francia

Da Svolgimento @svolgimento
La chiamavano "Vale di Francia" non perché fosse francese ma perché qualcosa in lei ricordava l'esser francese: la lingua francese, la cultura francese, la pittura francese, il vino francese e la poesia francese. Lei, a onor del vero, aveva vissuto per qualche tempo in Francia e nelle Fiandre Francesi eppure, era già francese prima ancora di aver poggiato il vezzoso piedino sulla pista dell'aeroporto di Orly. Lei non si sentiva francese: quello che sentiva era solo una forte attrazione e un grande amore per la Francia di un tempo, per le campagne e le foreste francesi, per il sangue ribelle francese, per la lingua francese, per le frangettine francesi e per quei visini alla Sophie Marceau del tempo delle Mele. ma questo esser francese... francese sì, ma di dove? Di Bretagna? Di Provenza? Oppure di Cornovaglia? Perché sebbene lei abbia vissuto a Parigi, tutti i francesi concordano che la Francia non è Parigi, sebbene i parigini stessi ne siano fermamente convinti. I parigini poi... Non esistono più "parigini". I veri parigini vivono fuori Parigi. Alcuni di loro hanno trovato sistemazione presso la campagna dell'ile de France, ma solo presso quei villaggi in prossimità della stazione. Sì perché loro, i parigini, la mattina si svegliano alle cinque: alle sei passa il teno che li porterà a Parigi e lì la metrò che li porterà al lavoro. Poi di nuovo la metrò, poi di nuovo il treno e poi casa. "Métro, b(o)ureau, dodò"* dicono i francesi o meglio, i parigini. I parigini sono stati sfrattati da Parigi: la nouvelle vague non fu un'ondata di freschezza no, fu un vero e proprio Tzunami per quella città! Da quando a Godard venne in testa di creare "Parigi" ecco che tutto il mondo ha voluto viverci, cambiandola profondamente, rendendola irriconoscibile. Sì perché la Parigi di Godard era ancora Parigi. Poi arrivò lui e Parigi cessò di esistere se non nei sogni dei poco radical e molto chic di tutto il mondo. Parigi ha cambiato volto tante volte eppure vi è un filo conduttore che li collega tutti.Una volta era sfarzosa e civetta come la corte del re di Francia. Un'altra profumava di colori ad olio e di trementina. Un'altra ancora era illuminata da luci elettriche e da colori sfavillanti, mai visti prima. A comporre la tela di quei colori ballerine, cortigiane, scrittori e poeti, soprattutto poeti. Poi divenne definita, come una foto in bianco e nero o un'inquadratura cinematografica: erano gli anni della seconda rivoluzione francese, il maggio del 1968. In quegli anni non più a Montmartre ma a Montparnasse gli intellettuali fumavano e bevevano vino: l'ennesimo cambiamento geo-magnetico di una città in continuo divenire dove nulla e nessuno può essere definito parigino. Esiste solo Parigi, punto. Vale di Francia queste cose le ha scoperte proprio lì, mentre affacciata al balconcino della sua stanzetta di Rue au Maire, osservando i tetti e il cielo sempre grigio, parlava animatamente con il suo coinquilino di un tempo. Fu allora che lei nacque: in una piccola e accogliente casa di Rue au Maire ( traversa di rue Beaubourg), a Parigi.Eppure lei ancor prima amava la lingua francese, la campagna e le foreste francesi, la pittura francese, le sigarette francesi, il vino francese e la testa calda dei francesi che fecero la rivoluzione.Chissà se fu un gioco del destino che la condusse lì. Quel che è certo è che lei nacque lì, in Rue au Maire, il 16 settembre del 2007, alle ore 20,30.
Mimì
* métro, bureau, dodò: metrò, ufficio, nanna.b(o)ureau: gioco di parole tra boureau, “boia” e bureau “ufficio”.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :