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“E nun me venite a dì ancora che l’orto vo’ l’ommino morto(*) … che semo stracchi, ma stracchi … che se quelli nun se decidono li famo decide noi e doppo poi è peggio pè tutti…” così aveva sentenziato l’ortolana di piazza Nuova al capitano del Popolo Raniero Gatti, che cercava di spiegare alla buona donna che l’elezione di un pontefice è cosa lenta e difficile, e dunque stancante per tutti, popolo e cardinali.Al che la signora sbottò in una frase così colorita da non essere trascrivibile nelle cronache del tempo ma che alle orecchie del valoroso cittadino suonò come “e pe la madonna, era inutile che santa Rosa nostra ci aiutasse a mandare all’inferno Federico e il suo esercito de predoni, se poi ce dovevano toccà ‘n dote ‘sti boni a gnente che ce avrebbero lasciato senza ‘r Papa! Il nostro Bonaventura da Bagnoregio me pare che stia a predicà a ‘l vento, mannaggia pure a lui! E propio voi me fate meravija, voi che avete dato li sòrdi per costruì ‘l palazzo, perdio, dovreste chiudeli a chiave e fa tojie ‘n pezzo der tetto, per metteli prescia, e falli piove ‘n testa, a sti magnoni, prima che magnino a Viterbo e a tutti li viterbesi!”Raniero Gatti, fiero guelfo e uomo di grande ingegno e di massimo rispetto - sia per i soldi, che prestava a interesse, che per i beni di prima necessità, con i quali commerciava procurandosi i soldi medesimi – non prese sotto gamba le parole della bona donna. Infatti, all’interno della grandissima sala, che proprio lui aveva fatto costruire, diciannove porporati da diciannove mesi recitavano diciannove orazioni al giorno per la maggior gloria del signore e di diciannove sceltissimi santi. E andavano e venivano con grande comodità e dispendio. E mangiavano e trascorrevano le serata con divertimento, non disdegnando le taverne e la compagnia di giovinetti e giovinette, de gustibus.Inoltre, il bel capitano, come è tipico della gioventù di ogni tempo, e ancor di più di quella nobile in quei luoghi considerati periferici rispetto alla più importante Urbe, era piuttosto permaloso. Perciò non gli era sfuggita una frase detta al suo riguardo da uno dei cardinali, e che avrebbe riportato lui stesso al proprio biografo con un certo senso dell’ironia:"ipse nescit litteras et ideo nescit tenorem instrumentorum". Dunque così lo consideravano quei mangiapane a scrocco: un ignorantello poco istruito delle cose del mondo e niente più.Quella notte Raniero si girò e rigirò nel letto e più ci pensava e più le parole di quella donna gli sembravano sagge e ispirate.Il giorno seguente, ormai convinto che la voce del popolo potesse davvero essere quella di Dio, fece accomodare i cardinali nella sala e chiuse cum clave il portone. Poi prese la chiave e se la mise legata alla spada.Agli addetti alle vettovaglie dette poi ordine di passare ai porporati, da quel giorno in poi, solo pane e acqua.“Da ‘ndove?” chiesero quelli sbalorditi, dal momento che non c’erano altre entrate.Il Gatti, dalla sommità dello scalone che portava al palazzo, ridendo diede una gran voce all’ortolana:“Bona donna! Bona donna, dico a voi! … venite a spiegare a 'sti signori da che parte bisogna levà er tetto, pe fa passà mejio lo spirito santo!”(l’elezione che portò al soglio papale Gregorio X durò in tutto 1006 giorni. I cardinali, messi in conclave nel 1270 con parte del tetto del palazzo scoperchiato, si decisero ad eleggere il nuovo Papa solo nel 1271) Roberta Lepri(*) L’orto vuole l’uomo morto, vecchio proverbio viterbese che significa che per avere una buona produzione, bisogna lavorare l'orto con cura e molta fatica.
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