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Temperamento e successo scolastico

Da Psychomer
by Concetta Maffione on marzo 26, 2012

Quando facciamo riferimento al concetto di temperamento tendiamo spesso a confonderlo con quello di personalità. In realtà, la personalità rappresenta l’insieme di caratteristiche psichiche e modalità di comportamento che, nella loro integrazione, creano una struttura stabile nel tempo; il temperamento, invece, può essere inteso come un aspetto della personalità, che ha un’origine biologica, compare piuttosto precocemente e mantiene una certa stabilità nel corso dello sviluppo dell’individuo. Nel corso dell’ultimo ventennio c’è stato un incremento degli studi sul temperamento e tra i modelli teorici che hanno dato un grande contributo in tal senso ricordiamo quello di Thomas e Chess (1977) che definiscono il temperamento come uno “stile comportamentale” ed individuano nove dimensioni che compongono il temperamento osservabili fin dalla nascita:

1. Livello di attività, che riguarda l’attività motoria del bambino.

2. Ritmicità, la regolarità e prevedibilità degli orari delle funzioni biologiche come sonno, alimentazione, evacuazione.

3. Approccio o ritirata, rappresenta la risposta iniziale a una nuova situazione o stimolo.

4. Adattabilità, la facilità di cambiare ed adattare il comportamento in una direzione socialmente desiderabile.

5. Soglia sensoriale, l’intensità della stimolazione necessaria a evocare una risposta riconoscibile.

6. Umore, la quantità complessiva dei comportamenti che esprimono stati d’animo positivi rispetto a quelli che esprimono stati d’animo negativi.

7. Intensità, la quantità di energia esibita nelle espressioni emozionali.

8. Distraibilità, quanto gli stimoli esterni influenzano il mantenimento dell’attenzione.

9. Persistenza, la capacità di continuare un’attività nonostante le difficoltà.

Sulla base delle osservazioni cliniche condotte dai due studiosi, è stato possibile individuare tre differenti costellazioni temperamentali, caratterizzate dalla diversa combinazione delle nove dimensioni succitate:

  1. bambini facili, hanno ritmi regolari nelle diverse funzioni biologiche, reazioni positive di avvicinamento nei confronti dei nuovi stimoli, si adattano facilmente al cambiamento e mostrano un umore positivo moderatamente intenso;
  2. lenti a scaldarsi, hanno una discreta irregolarità nelle funzioni vitali e una combinazione di reazioni negative di moderata entità e di reazioni adattive di maggiore lentezza; tuttavia possono avere una tendenza al recupero graduale di reazioni più normali se sostenuti da un’azione facilitante dell’ambiente;
  3. bambini difficili, hanno ritmi biologici irregolari, reazioni negative di ritiro nei confronti dei nuovi stimoli, non si adattano o si adattano lentamente al cambiamento, producono intense e negative espressioni emotive.

Ma per quale motivo il temperamento suscita tanto interesse in ambito psicologico? A quanto pare sembra che esista una stretta relazione tra temperamento e rendimento scolastico. Nello specifico, evidenze sperimentali hanno dimostrato che le differenze temperamentali possono avere un impatto differente sul rendimento dell’alunno e sulle sue relazioni nel contesto classe. Ci sono, ad esempio, bambini più attivi e pieni di energia che attendono con impazienza le novità e le accettano di buon grado, così come ci sono bambini che, invece, sono più restii ad accettare nuove situazioni e che possono essere riluttanti ad apprendere. Queste differenze nel temperamento fanno sì che il bambino viva il contesto scuola diversamente: i primi con maggiore naturalezza, i secondi con qualche difficoltà in più. Però, nonostante il temperamento abbia un ruolo importante nel determinare lo sviluppo del bambino e il suo successo scolastico non bisogna trascurare un altro fattore importante, l’ambiente: ad esempio, un bambino “difficile” che fatica ad adattarsi alle nuove situazioni ed assume comportamenti di ritiro nei confronti di nuove attività, in un ambiente sano e stimolante, che va incontro alle sue esigenze e rispetta i suoi tempi, riuscirà con più probabilità ad ottenere dei risultati positivi. Al contrario, un bambino “facile” che vive in un contesto poco stimolante potrebbe sviluppare difficoltà comportamentali e d’apprendimento nel corso dello sviluppo.

In conclusione, conoscere le differenze individuali nel temperamento può essere utile per fare in modo che l’ambiente scolastico e quello famigliare creino le condizioni migliori per garantire ad ogni bambino un sano sviluppo comportamentale e psico-fisico.


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