Ieri è stato un giorno a temperature alterne per Patuasia: l’incontro con l’Ordine dei Giornalisti, piuttosto gelido (giusto e corretto che così fosse) e la telefonata con il consigliere regionale pentastellato, Roberto Cognetta, al contrario torrida. Se il clima antartico ancora non ha fatto germogliare l’esito dell’incontro con i colleghi, quello equatoriale ha finalmente fatto sbocciare il perché i grillini disdegnano la conversazione sul blog: livello culturale basso. E ciò che scrivo su di loro, sempre restando a ciò che mi ha detto Cognetta, è considerato merda. Le critiche, le osservazione, i ragionamenti che non rientrano nella loro scaletta morale e politica sono dunque merda. Eppure il web e la libertà di espressione che ne deriva sono il loro cavallo di battaglia. La piazza nella quale far nascere le idee e le idee, si sa, fioriscono soprattutto dalla dialetta che include gli scontri. Unici depositari della verità assoluta considerano imbecilli tutti coloro che non capiscono la loro superiore diversità. Eppure di imbecilli nei loro meetup ce ne sono a pacchi, ma quelli servono. Il loro livello culturale basso quindi non solo è benvoluto persino coccolato. Aiuta per la produzione di adrenalina. Il capo assoluto, Grillo, insegna: chi è critico viene sbattuto fuori. E chi lo è già per conto suo viene etichettato come un nemico, se poi è stato un simpatizzante si trasforma in traditore. Tutti aggettivi che si adattano bene a chi ha in mente una struttura più militare che politica. Ci dicono che lavorano per noi, ma se il prezzo che dobbiamo pagare per il loro impegno è l’ubbidienza e il silenzio io non ci sto. Ho sempre scritto (evidentemente i miei amici a cinque stelle sono così allergici ai giudizi che non leggono tutto) che nel Consiglio regionale era necessaria una presenza grillina, che la loro condivisibile ossessione verso la trasparenza e la giustizia avrebbe dato una spinta all’inerzia degli altri partiti e continuo a crederlo. Sono anche convinta, nonostante il pessimo giudizio che loro nutrono nei miei confronti, che i due consiglieri, Ferrero e Cognetta, stiano lavorando bene e molto. Riconosco il sacrificio della loro visibilità politica per mantenere compatta e quindi più incisiva la minoranza: una generosità politica non comune, ma sono altresì convinta che il doveroso controllo dei cittadini, tutti e non solo degli iscritti, non debba escluderli. Accettare il confronto è un segno di raggiunta maturità politica, voltare le spalle con la supponenza di essere al di sopra esprime solo debolezza.
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