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Tempesta di Anagoor

Creato il 15 ottobre 2013 da Dismappa

Posted on ott 15, 2013

 Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013) Tempesta di AnagoorTempesta, Anagoor (Theatre Art Verona 2013)


TEMPESTA
PREMIO SCENARIO 2009 / Segnalazione speciale
con Anna Bragagnolo,  Pierantonio Bragagnolo    studio del movimento Simone Derai, Anna Bragagnolo    riprese video Marco Menegoni, Moreno Callegari, Simone Derai    montaggio e regia video Simone Derai, Marco Menegoni    suono Marco Menegoni, Simone Derai, Moreno Callegari    canti e voce Paola Dallan Marco Menegoni    consulenza storica e iconografica Professor Silvio D’Amicone    scrittura Simone Derai, Eloisa Bressan    regia Simone Derai    Produzione Anagoor    Coproduzione Centrale FIES, Operaestate Festival e con il  sostegno di Regione del Veneto

TEMPESTA rassegna stampa RASSEGNA STAMPA CARTACEATempesta (.pdf)

Tempèstas in origine significò momento del giorno, solo in seguito divenne  condizione, stato atmosferico e infine, in modo speciale, un tempo burrascoso e  rovinoso. Ne La Tempesta, nel Fregio e in altri dipinti di Giorgione l’attimo  fulmineo viene congelato nella rappresentazione naturale del lampo,  dell’atmosfera e della luce di un Veneto che non ritornerà, catturato dallo  sguardo che fissa la stagione e le fasi del ciclo di vita vegetale, sconvolto  dal vento, saturato dalle buie nubi incombenti. La natura offre un codice – la cui  chiave è da ricercare nella tradizione sapienziale vetero-testamentale e nei  testi apocalittici – per annunciare la fine dei giorni. L’Apocalissi (nel senso  e di battaglia finale, e di rivelazione) che interessa è tanto quella  universale quanto quella di ciascun individuo che sente e soffre il tempo breve  della giovinezza, l’irreparabile finitezza. La crescita, la sfida contro il  chaos, la caducità. Alle previsioni astrologiche dei cieli del primo lustro del  XVI secolo si sostituiscono i segni dell’incombente contemporaneo, ma la  condizione umana di cosciente essere effimero rimane il primo motore  dell’angoscia e dei suoi risvolti più sublimi: l’arte e la poesia. Nel giorno e  nel suo trascorrere, per ciascun uomo la propria apocalisse personale. Come in Giorgione  l’Anticristo è uno di noi, così è in noi stessi che cresce l’antagonista della  nostra personale battaglia.


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