Il tribunale e la Procura di Crema negli ultimi quattro anni si è allineato agli standard europei. È stato notato da Di Feo, Movimento 5 stelle, ma anche da altri consiglieri comunali. La qualità del lavoro del tribunale è elevata, è un fiore all’occhiello, il consiglio comunale aperto è d’accordo, tutto lo schieramento politico è d’accordo nel rilevare il bisogno di salvare il tribunale di Crema.
La senatrice Cinzia Fontana teme che il governo possa comunque procedere con i propri criteri, ma se le commissioni di Camera e Senato saranno unite, grazie all’intesa che sta maturando fra tutte le forze politiche, allora il governo Monti potrebbe tener conto della proposta alternativa pervenuta dalle due commissioni e cambiare idee. Ma occorre fare presto, ci sono tempi stretti, ha insistito la senatrice, che come l’assessore regionale Rossoni sta stringendo contatti ad ampio raggio.
Resta il fatto che i parlamentari bergamaschi sono una ventina, numero tale da far cadere anche un governo. Può farcela Crema? Col batticuore!
Gianni Rossoni ha indicato la lettera E della legge che taglierebbe il tribunale, la spending review, che prevede un “recupero territoriale funzionale”.
Lo stesso Ajello ha dichiarato che non c’è alcun potere da difendere difendendo il tribunale, ma solo un servizio i cittadini. Ajello ha inoltre stigmatizzato il silenzio delle categorie economiche. Ajello avverte a propria volta che il 6 agosto il consiglio dei ministri potrebbe decretare la fine, per la sede di Crema e tante altre sedi staccate.
Antonio Agazzi, d’accordo con l’ordine del giorno degli avvocati, ha definito commovente e pia intenzione l’invito del sindaco rivolto al ministro Severino, che non verrà mai a visitare il tribunale Crema.
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