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Tempio di Serapide a Pozzuoli: una palude con le rane

Creato il 28 aprile 2013 da Alessiamocci

Una notizia Ansa dello scorso 26 aprile ha posto l’attenzione sul Tempio di Serapide, l’antico mercato romano di Pozzuoli al cui interno fu ritrovata una statua del dio Serapide, trasformato in una palude melmosa dove sono apparse anche le rane. È l’ennesima denuncia sulla situazione del degrado del monumento, che da sempre combatte contro il fastidioso fenomeno del bradisismo, proprio di tutta l’area Flegrea.

Tempio di Serapide a Pozzuoli: una palude con le raneI Campi Flegrei rappresentano una vasta area di natura vulcanica, situata a nord-est della città di Napoli. La parola Flegrei deriva dal greco flègo, che significa “brucio, ardo”. Nella zona sono attualmente riconoscibili almeno 24 tra crateri ed edifici vulcanici, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive, nella tipica area della Solfatara, o idrotermali, e sono causa del fenomeno del bradisismo.

Per bradisismo, ovvero “lento sisma”, si intende un lento movimento verticale del suolo che si verifica all’interno di una vasta area. A questo fenomeno ciclico possono associarsi fenomeni sismici anche di discreta intensità. Il bradisismo è “ascendente” quando la pressione del magma sito nella crosta terrestre a pochi km di profondità spinge verso l’alto, e “discendente” quando essa tende a diminuire.

Il bradisismo discendente è in genere più lento, rispetto a quello ascendente. Nelle fasi più intense del bradisismo il suolo può salire anche di diversi cm al mese, e il punto dove ciò avviene con maggiore intensità è proprio la zona del porto di Pozzuoli.

La nuova crisi di questi giorni, è causata dal blocco delle pompe idrovore, e quindi un’enorme palude ha preso il posto di quello che è considerato uno dei monumenti più significativi e facilmente visitabili del periodo in cui la colonia romana Pozzuoli, e tutti i Campi Flegrei, esercitavano una ricca e florida attività commerciale e portuale.

Tempio di Serapide a Pozzuoli: una palude con le raneIn origine fu interpretato come tempio dedicato al dio egizio Serapide, poiché il termine Serapeo indica un tempio o altra struttura religiosa, dedicata alla divinità sincretica Serapide, venerata nell’Egitto ellenistico e che combinava elementi degli antichi dei egizi Osiride e Api in una forma antropizzata. Fu considerato il luogo di culto del dio Serapide per via del ritrovamento di una sua statua nel XVIII secolo.

Il complesso è in realtà un mercato pubblico, ovvero, Macellum, costruito in epoca flavia tra la fine del I secolo e l’inizio del II secolo d.c, nel quartiere che gli antichi chiamavano Emporium, ritirato sulla costa a nord del promontorio dell’acropoli.
Ristrutturato in epoca severiana, agli inizi del III° secolo, il complesso, con l’ingresso verso il mare, si sviluppa su una superficie piuttosto vasta, 75 metri di lunghezza per 58 metri di larghezza, circondata da portico con colonne di granito o di cipollino, sul quale si aprivano numerose botteghe adibite, probabilmente, alla vendita di carne e pesce.

Il complesso è rivestito e decorato con fregi e bassorilievi. Sulle colonne è possibile vedere tracce di molluschi. Infatti, proprio a causa del fenomeno del bradisismo, per un certo periodo, il Macellum si è venuto a trovare sotto al livello del mare.
La parte centrale del cortile è occupata da una grande tholos, cioè un’edicola a pianta circolare, chiusa da un’esedra preceduta da 4 colossali colonne, delle quali tre sono ancora in piedi.

Tempio di Serapide a Pozzuoli: una palude con le raneAl centro del lato orientale del portico un’aula absidata, e nelle sue nicchie furono rinvenute due basi di statue con iscrizioni in onore di Alessandro Severo e di sua moglie Barbia Oriana, la statua citata di Serapide, i gruppi di Oreste ed Elettra e di Dioniso con il Fauno.

Per preservare un monumento di inestimabile valore, simbolo della città, nei giorni scorsi il comune di Pozzuoli ha sottoscritto un’intesa con la Sovraintendenza. Ci auspichiamo che si riesca ad intervenire nel più breve tempo possibile, al fine di sanare la costruzione.

Per quanto possiamo avere in simpatia le rane, nessuno ce ne voglia, se auguriamo a questi simpatici anfibi di trovare abitazione altrove. Convivere con secoli di storia sarebbe davvero un privilegio eccessivo.

 

Written by Cristina Biolcati

 


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