L’Ordine del Tempio nacque in Terra Santa e la maggior partedelle loro risorse erano destinate a questo scopo, però in Europa era moltoforte la loro presenza con commende, chiese e una grande quantità di proprietài cui proventi finanziavano i fratelli di stanza in oriente.La presenza Templare in occidente era capillare, imaggiorenti dell’Ordine avevano frequenti rapporti con le maggiori personalitàsia ecclesiastiche che laiche. Il loro modo di vivere, ordinato e severo, affascinava gliuomini del medioevo e soprattutto igiovani cavalieri cadetti di famiglie nobili con patrimoni non molto grandi.Immaginiamo l’impatto che potevano avere questi guerrieridella fede, tutti vestiti uguali, bene equipaggiati con armi e armature robustema non di lusso, sottoposti ad una disciplina ferrea, che avevano votato laloro vita ad un ideale utopico, in una società cavalleresca dove il coraggio ela morte gloriosa in battaglia erano dei valori importantissimi.Il giovane cavaliere che mostrava interesse per l’Ordineveniva accolto nella Casa, ma nessunodei monaci del Tempio gli chiedeva di prendere i voti, questa era una regolaferrea, i Templari dovevano fare proselitismo con l’esempio e non con leparole.Al postulante veniva concesso di condividere in parte la vitamonastica, in modo che potesse rendersi conto della vita che avrebbe dovutoscegliere in piena libertà, perché una volta pronunciato i voti non sarebbe piùpotuto tornare indietro se non a prezzo di vergogna e severe punizioni.La vita di un Templare era regolata da numerosi obblighi edivieti i più importanti dei quali erano comunicati al novizio al momento dellasua investitura, mentre gli altri di minore entità gli avrebbe imparati duranteil suo servizio.Il postulante dopo aver fatto domanda di ammissione dovevacome consuetudine attendere la conferma della sua accoglienza; questo periodod’attesa serviva ai dignitari dell’Ordine per prendere le necessarieinformazioni sul nuovo venuto.Egli doveva essere cavaliere figlio di cavaliere e di Dama,non poteva essere sposato o fidanzato e nessuna donna doveva in qualche modoavere dei diritti nei suoi confronti, inoltre non poteva far parte di altriordini ed avere debiti che sarebbero dovuti essere pagati dal Tempio.La maggior parte delle reclute veniva dalle commende diprovincia dove di solito si attendeva l’arrivo di un importante dignitario perl’investitura di un nuovo Cavaliere. Quindi seguiamo il giovane cavaliere cadetto che una voltaricevuta la risposta affermativa tanto agognata, giungeva finalmente in unacommenda di provincia dove era presente un alto dignitario dell’Ordine incaricato della sua investitura.Al nuovo venuto si aprivano le porte della commenda dove si trovavano i domestici, i cuochi e i cavalieri, tutti portavano una croce rossa cucita sul cuore come emblema di appartenenza all'Ordine.Il postulante veniva accolto all'interno della casa e attendeva che il capitolo deliberasse sulla sua richiesta. Una volta che il capitolo, presieduto dal commendatario o da un altro dignitario di passaggio e formato dai fratelli più saggi, deliberava favorevolmente, il nuovo venuto veniva invitato ad entrare in una stanza dove due fratelli gli anticipavano le domande che gli avrebbe fatto il capitolo e lo mettevano in guardia contro una decisione che sarebbe stata irrevocabile. Finché le sue promesse non fossero state pronunciate davanti al capitolo, egli sarebbe stato libero di andare via in qualsiasi momento, quindi l'avvertimento dei due fratelli era di vitale importanza.
Riportiamo alcune parti del rito a cui si sottoponeva il novizio tratto da Georges Bordonove, La vita quotidiana dei Templari nel XIII secolo
La cerimonia di accettazione era preceduta da un colloquio con due fratelli più anziani ritenuti più saggi:il fratello più anziano: "Chiedi di entrare nella nostra compagnia?" il novizio: "Si Signore"il vecchio fratello, secondo la consuetudine, seguitava elencando i divieti e gli obblighi ai quali sarebbe stato sottomesso, poi aggiungeva: "Fratello, sopporterai tutto questo per amore di Dio? Sei ben deciso? Vuoi essere schiavo della Casa, da ora in poi per tutti i giorni della tua vita?"il novizio: "Accetterò tutto questo per amore di Dio, e voglio essere servo e schiavo della Casa per sempre"il vecchio fratello concludeva così il suo intervento: "Fra poco ti verrà chiesto se hai una sposa e una fidanzata, se hai pronunciato voti in un altro ordine, se hai debiti, se sei sano di corpo e uomo libero. Devi rispondere con onestà e senza nulla nascondere, perché una tua menzogna danneggerebbe l'Ordine e ti esporrebbe ai nostri castighi. Cosa risponderai?"il novizio: "Sono libero da tutti questi legami"
I due Templari dopo aver parlato con il postulante si recavano al capitolo per rendere conto della loro conversazione, dichiarando di aver redarguito il nuovo venuto su tutti i pericoli e gli obblighi che lo attendevano e che egli aveva dichiarato di essere libero da qualsiasi impedimento e pronto ad essere servo della Casa.Colui che presiedeva il capitolo, dopo aver ascoltato il rapporto dei due templari, chiedeva se qualcuno dei presenti rilevasse o fosse a conoscenza di un qualche impedimento per l'accoglienza del nuovo cavaliere. Iniziava così la cerimonia di accettazione:
Dopo aver nuovamente esortato il giovane a pensare bene a ciò che lo attendeva, veniva invitato ad uscire e il dignitario, rivolgendosi al capitolo, chiedeva nuovamente se qualcuno dei presenti avesse da obiettare circa l'accoglienza. Se il capitolo si esprimeva favorevolmente il nuovo venuto veniva reintrodotto nel capitolo e pronunciava le parole del rituale di accoglienza:
"Signore, vengo davanti a Dio, davanti a te e davanti ai fratelli e vi prego e vi imploro per Dio e nostra Signora di accogliermi nella vostra compagnia e ammettermi spiritualmente e temporalmente ai benefici della Casa, come colui che vuole essere servo e schiavo della Casa, ormai per sempre".
Il dignitario redarguiva ulteriormente il novizio sui rigori della Casa e chiedeva ancora il parere del capitolo, questa volta davanti a lui, gli ripeteva le domande iniziali e, alla sua risposta affermativa, gli faceva rinnovare la promessa di servire per sempre la Casa. Dopo questo passaggio finale il dignitario prendeva una cappa con la croce vermiglia e la poneva sulle spalle del nuovo Templare, il cappellano recitava il Pater Noster e il presidente del capitolo lo baciava sulla bocca in segno di omaggio feudale.Il suono della campana accompagnava l'emozione del nuovo cavaliere.
Fabrizio e Giovanna
Notizie tratte da Georges Bordonove, La vita quotidiana dei Templari nel XIII secolo