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Tempo che non c’è: ecco come gestirlo

Creato il 02 settembre 2014 da Kalaris @EssereFreelance

 

Se ti dico tempo, tu da buon/a freelance, forse mamma, forse padre forse moglie, forse zio, forse studente cosa mi rispondi? Ci metterei la mano sul fuoco, la tua risposta è “non mi basta mai”.

Non so nemmeno più quante volte in un mese dico che vorrei giornate lunghe 28 ore o che per far questo non ho tempo, per far quell’altro il tempo non mi basta, che il periodo è delirante e che vorrei un po’ di… tempo in più.

Visto che al mercato non lo vendono, su Amazon hanno finito il prodotto, e non mi fido di comprare il tempo altrui su Ebay l’ideale è imparare ad affrontare la scarsità di tempo nella maniera più produttiva. Eh già, il tempo non si moltiplica, quello è e ce ne dobbiamo fare una ragione, ma se imparassimo ad usarlo al meglio?

La rivelazione a letto

Lo so che dopo le 18,00 sarebbe meglio non accendere più alcun apparecchio elettronico, lo so che mi dovrei separare dal web e rilassarmi, ma quando mi corico, in quei fortunati 10 minuti che stanno tra la veglia e il sonno, devo leggere. Se non è un libro è il tablet e ieri era il tablet. Mi guardava divertito, scommettendo con il cellulare entro quanto mi sarei addormentata. Mancava poco, ma prima di farlo ho avuto l’illuminazione. Un certo Eldar Shafir, psicologo, è convinto che quando il nostro cervello entra in mode “scarsità di tempo”, le nostre prestazioni diminuiscano esponenzialmente. Per farla breve siamo meno perspicaci, meno razionali, meno riflessivi e produttivi e utilizziamo male il poco tempo che abbiamo a disposizione. Tutto vero, ho pensato. Domani ci rifletterò su. No non ho sognato Eldar, ma oggi ho ben pensato di scriverci un articolino.

l’ideale è imparare ad affrontare la scarsità di tempo nella maniera più produttiva.Click To TweetPowered By CoSchedule

Ansia da prestazione

“Claudia, ho questo, questo e quest’altro lavoro per te”.

“Benissimo, a quando la consegna?”

“Gli articoli mi servivano ieri!”

“Andiamo bene…”.

Dopo una telefonata del genere, specie se il cliente è particolarmente esigente, sono piuttosto soddisfatta per aver molto lavoro per i giorni che verranno e sono piuttosto preoccupata per il fatto d’aver molto lavoro per i giorni che verranno. Per farla breve non mi rilasso fintanto che il lavoro non è consegnato, revisionato e approvato, ce l’ho sempre in testa e il più delle volte impegni quotidiani, pure piacevoli, precipitano in secondo, terzo, quarto piano. Se il lavoro è proprio uno di quelli da mettersi le mani in testa sono pure di malumore, un malumore non meglio definito ma che percepisco sempre lì, tra un sorriso e l’altro. Il risultato è che, ci ha preso in pieno Eldar, lavoro male, piuttosto insicura, e perdo una marea di tempo in questioni inutili. Insomma ho poco tempo e lo gestisco male.

Come risolvo? In due modi (+1) almeno:

  • mi prendo una pausa dalla scrivania e dal lavoro. Un caffè, una tisana, una bella boccata d’aria sono l’ideale;
  • mi dico che è solo un lavoro e come questi ce ne saranno altri, molti altri mi auguro;
  • penso a quel che mi ha detto Eldar, che a lasciarsi prendere dall’ansia non si combina niente e quindi invito gentilmente l’ansia a uscire dalla mia testa (+1).

Tranquilla/o, con il tempo la si gestisce sempre meglio, fino a che un giorno le chiedi di andarsene e lei, l’ansia intendo, se ne va per davvero. A breve ti racconterò come mando via l’ansia prima di parlare in pubblico.

Tutta questione di priorità

Un altro modo per gestire al meglio il proprio poco tempo me lo ha consigliato Laura Vanderkam. E’ l’autrice di un libro intitolato “Hai più tempo di quanto si pensi” e dunque già mi piace. Il concetto della cara Laura è semplice: smettila di dire che non hai tempo per questo o per quest’altro. Di piuttosto che non è una tua priorità.

Facciamo un esempio pratico che rende molto di più: un lavoro piuttosto grosso ti coinvolge totalmente. Di norma cosa diresti per rimandare un impegno? … peccato, mi piacerebbe andare in palestra, ma non ho tempo, oppure, peccato vorrei scrivere un nuovo capitolo del mio libro ma il tempo proprio mi manca. Secondo quanto consigliato da Laura dovremmo invece dire: peccato, la mia salute fisica, non è tra le priorità del periodo, o meglio, un vero peccato, ma finire il mio nuovo romanzo non è una priorità. Fa un certo effetto no? Ragionando in questo senso non si fa altro che restituire valore alle priorità, riportandole al proprio posto. Se finire quel maledetto romanzo è una tua priorità, fallo e basta!

smettila di dire che non hai tempo per questo o per quest’altro. Di piuttosto che non è una tua...Click To TweetPowered By CoSchedule

D’altronde noi freelance siamo perennemente incasinati e (per fortuna) sommersi di lavoro, non per questo dobbiamo dimenticare le nostre priorità: molto meglio metterle nero su bianco.

A te la parola

A pensarci bene queste tecniche non ci restituiscono del tempo, ma ci consentono di gestire quello che abbiamo a disposizione al meglio. Che ne dici?


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