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Tempo da vendere.

Da Gianlucaweast @gianlucaweast
Se tornando a casa vedi uno che prende a morsi l'asfalto, uno che gli infila dentro i canini e i molari e tutta la schiera di soldatini vestiti di bianco (oddio, piuttosto di un giallo canarino, diciamo) potresti e anzi dovresti chiederti se: 1. hai un problema neurocognitivo; 2. il mondo sta cambiando virgola è cambiato.
Pausa. Per dire che: oggi, alla Coop, ho guarito una commessa da tendinite acuta consigliandole (meglio: prescrivendole) acqua e acqua ancora. Bevi, cara, fa bene alle guaine che accolgono i tendini della tua mano destra. Stracotta, lo vedo, dai tasti che per migliaia di volte e ogni giorno come dentro un calcolo mnemonico d'altri tempi le chiedi di schiacciare destinata (destinandola) alla produzione di una infinità di totali incassati.
Pace.
Per dire, ancora: che davanti alla morgue dei surgelati (pesce et carne) ho colto in flagrante una ragazza piuttosto di mezza età: precipitava senza rete su una nota stonata (stonatissima) nell'inseguire (nemmeno una volante con sirena) una melodia che due cuffie avvolte attorno alle orecchie pompavano dentro il suo reticolo neuronale.
La commessa alla cassa, mentre attiva il circuito verso la mia carta EC, confida, a me e in verità a tutti, e quindi alla significativa coda che si era formata: voglio partecipare a Miss Italia.
Io ti voto, le dico. E io pure, le dice un altro. E io idem fa sapere qualcuno da dietro, ma dietro bene nella fila che si autoriproduceva.
Dalla porta elettrica (o simil sliding door) era già uscita - ma in realtà appena - una meravigliosa creatura femminile di cui restava traccia nell'aria appena mossa, come avesse sputato addosso a noi (a tutti noi, senza eccezione) una scarica elettrica.
Una coppia davvero giovane e con due figli litiga (e davvero di brutto) per una borsetta che lui dice "non  serve a un emerito cazzo" e lei invece sarebbe pronta a uccidere pur di averla con sé.
Una signora anziana chiede alla commessa due pacchetti di Marlboro rosse ("benedetta sei tu nei cieli...."), li nasconde senza fretta ma con astuzia nella tasca interna e invisibile della borsetta (nemmeno il portafogli, lì), come un bottino, direi, o come merce da contrabbandare, da nascondere ai segugi umanoidi della dogana, ai loro cani umanizzati e fiutatutto.
Una ragazza tornata da scuola finisce sul suo Smartphone una frase fatta a pezzi dalla fretta e dalla fantasia.
Io ho già pagato da un pezzo. E anche il prezzo.
Sto uscendo dalla Coop. Senza camminare. Galleggio, su queste vite.
Ho, davanti a me, 30 chilometri da polverizzare. I piedi avvolti in sandali spietati. Se la vita fosse soltanto uno spettacolo basterebbe pagare l'entrata. In realtà, devi viverla.  Svolto l'angolo e sono a due metri da casa. Come ho fatto?
Vai a saperlo, amico, come hai fatto. Lo hai fatto, e per oggi potrebbe anche bastare. O no?
C'è uno che mi osserva - fisso - con gli occhi scuri e profondi come le mie tasche laterali. Ha tutta l'aria di volermi raccontare la sua vita.
Fatti sotto, compare e sconosciuto, che spugna sono con tempo da vendere.


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