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Tempo di decisioni per Dallas e Portland

Creato il 01 maggio 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

dirk nowitzkiL’NBA è una lega crudele dove non c’è mai spazio per chi perde o per chi viene eliminato, subito piovono critiche sulla squadra, sul coach e sulla dirigenza incapace di creare un gruppo in grado di vincere, anche se fino a dieci giorni prima tutti venivano incensati per le belle prestazioni della regular season.
Questo è quello che è accaduto a Mavericks e a Blazers, eliminati al primo turno di playoff della Western Conference rispettivamente da Spurs e Suns.

Dallas Mavericks
Senza dubbio sono loro la vera delusione perchè dopo il secondo posto della regular season tanti davano la squadra di Cuban come la vera avversaria dei Lakers per la finale di Conference, la pericolosità del quintetto base, la lunghezza della panchina, la voglia di vincere di Nowitzki, Kidd, Terry, tutta gente che c’è andata più volte vicina ma senza riuscire a compiere l’ultimo passo, e invece ecco arrivare gli Spurs, che come sempre hanno fatto in questi anni, partendo da sfavoriti hanno fatto loi sgambetto ai più quotati avversari.
Le cause dell’eliminazione? Tante, troppe e anche molto difficili da ritrovare. La mancanza di coesione del gruppo potrebbe essere una di queste, ogni anno tra estate e febbraio arrivano nuovi giocatori e il roster viene modificato (spesso anche in meglio come quest’anno), ma questo non facilità la formazione dell’identità della squadra; la mancanza di un vero e proprio sistema di gioco, perchè alla fine tutto si basa sugli isolamenti di Nowitzki e sui pick&roll con Terry o con qualche altra guardia (gli Spurs invece il sistema ce l’hanno eccome); e ancora la mancanza di giocatori in grado di sopportare la pressione, anche il tedescone, nonostante le cifre spaziali ha avuto parecchie difficoltà, e i suoi compagni non sono riusciti ad aiutarlo in nessun modo.

Insomma, tanti motivi che messi insieme fanno sicuramente una verità. E allora l’anno prossimo cosa si fa? Cuban e il suo GM dovranno decidere se mantenere questa squadra e dargli fiducia, cercando di costruire qualcosa prendendo quest’anno come lezione, oppure se disfare un’altra volta il giocattolino e ricostruire, ma questa volta dovrà essere una ricostruzione totale. Nowitzki proprio in queste ore ha lasciato aperta la possibilità di uscire dal proprio contratto diventando un altro free agent di lusso in questa estate, se dovesse partire si dovrebbe cambiare tutto e allora ecco che lo spazio Bosh, enfant du pays, si troverebbe; Kidd e Terry, poi, sembrano essere arrivati al capolinea perchè si è visto che difficilmente con questo nucleo i Mavs vinceranno qualcosa, e lo stesso discorso vale per Dampier e Marion. Certo sono discorsi facili da fare ma che poi non saranno così immediati da piazzare sul mercato.
L’estate sarà calda, anzi caldissima in Texas, non solo per le condizioni atmosferiche.

brandon roy
Portland Trail Blazers
Giovani, di talento, pronti ad esplodere, ma ancora incompiuti. Questo l’impietoso giudizio che si può dare sulla franchigia dell’Oregon eliminata ancora una volta al primo turno, quest’anno dai Phoenix Suns; le scusanti per la squadra di McMillan ci sono tutte, il numero di infortuni non è paragonabile a quello di nessun’altra squadra e il sesto posto in stagione regolare può essere visto come un miracolo. Ma il problema è che ormai si parla così già da un paio di stagioni, ogni anno si pensa che i Blazers possano fare meglio e invece per un motivo o per l’altro la storia che si ripete è sempre la stessa, e allora questa estate sarà tempo di decisioni, alcune delle quali potrebbero rivelarsi anche dolorose.

Il contratto di Camby è stato rinnovato per altre due stagioni e con Oden e Przybilla sempre fermi per infortunio potrebbe essere stata una buona mossa da parte del GM Pritchard; ma le scelte dovranno essere fatte nel reparto guardie dove c’è un grandissimo affollamento e una quantità di talento incredibile: dando per scontato che Roy non si tocca (e ci mancherebbe) ci sono Miller, Batum, Webster, Bayless, e Fernandez che reclamano spazio. Uno è di troppo e verrà ceduto, probabile sia lo spagnolo che continua a mostrare segni di insofferenza e inizia a far infastidire più di qualcuno con il suo atteggiamento da superstar. Lo spazio per un’altra stella ci sarebbe anche se non sarà facilissimo collocarla, ecco che quindi il sacrificio potrebbe toccare anche ad Andrè Miller arrivato solamente la scorsa estate oppure ad Oden che non ha potuto far vedere il suo potenziale a causa dei moltissimi infortuni.

Mantenere i roster attuali e continuare su questa linea per cercare la continuità o cambiare qualche pedina importante per dare la scossa all’ambiente? I due GM dovranno sudare un bel po’ e fare delle scelte, anche se potranno rivelarsi molto difficili.


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