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Tempo libero ma libero da cosa?

Da Quipsicologia @Quipsicologia

Uno strano e inquietante risultato della civiltà umana e dell’impatto della tecnologia sull’esistenza umana è che il tempo libero sia divenuto fine a se stesso. A poco a poco è diventato un’industria, una professione, un bisogno sociale indiscutibile dei membri della società moderna. Tutti chiedono di avere sempre più tempo libero, e sanno sempre meno che cosa farsene. […] La ricerca affannosa di una sempre maggiore quantità di tempo libero, unita all’insufficiente capacità di viverlo in modo autentico, è forse una delle caratteristiche più dispersive delle culture tecnologiche. Sottoposto a massicce somministrazioni di tempo libero e poco capace di utilizzarlo, l’individuo ha bisogno di distrazioni che colmino ciò che altrimenti sarebbe un vuoto, e una gran quantità di energie è sperperata in questo modo. […] L’errore che nella nostra epoca si commette più spesso è quello di pensare che la vita dovrebbe essere soltanto piacevole e che ognuno dovrebbe avere tutto il tempo necessario per godere di tale piacere. […]

tempo libero da noi stessi

L’industria del divertimento […] ha inondato la gente di svaghi sempre a portata di mano e pronti per l’uso, cosicché nella vita privata non vi è più spazio alcuno per lo sviluppo di una spontanea consapevolezza dell’utilità di coltivare le proprie risorse personali, per poter approfittare di quei momenti in cui possiamo “restare oziosi”.

Una triste conseguenza di questa situazione è che sta emergendo un tipo di personalità sin troppo esigente nelle proprie richieste nei confronti dell’ambiente e degli altri e nel proprio bisogno di riconoscimento, ma che comprende poco la necessità di coltivare consapevolmente la relazione interiore col proprio Sé.

Questa lunga citazione è da “Come un campo lasciato a maggese”, un poetico articolo scritto dallo psicoanalista pachistano Masud Khan nel 1977. La descrizione che fa Khan del tempo libero e del suo intreccio con la tecnologia mi sembra, oltre che molto bella, di sorprendente attualità ed è per questo motivo che l’ho riportata.

Tempo libero da cosa?

Khan mette in guardia dalle conseguenze che possono aversi quando una persona riempie il suo tempo libero ricorrendo esclusivamente alla tecnologia. Oggi parleremmo di smartphone, lettori mp3, tablet con connessioni Internet 4G, dell’onnipresente Facebook e quant’altro. Khan descrive persone narcisiste che hanno bisogno di continue conferme provenienti dagli altri e che preferiscono evitare di entrare in contatto con se stesse.

Per il nostro benessere mentale mantenere questo contatto con noi stessi, esplorare il nostro mondo interno, ritirarci in solitudine e guardare dentro di noi, senza ricorrere a continue stimolazioni provenienti dall’esterno, è però vitale. Il rischio è che distrarci costantemente da noi stessi ci trasformi da persone capaci di creare significati in consumatori di merci, vuoti e infelici, assillati dalla sensazione che il tempo libero non basti mai.

E non può che essere così, visto che, in un tempo vissuto riempiendolo di merci e non di desideri, pensieri, sensazioni ed emozioni proprie, uniche, personali, manca l’elemento più importante: noi stessi.

PhotoCredit: koraw

Per approfondire

Khan M. (1977). “Come un campo lasciato a maggese”. In I Sé nascosti. Bollati Boringhieri.


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