Magazine Cultura

Tempo (prezioso)

Creato il 08 aprile 2015 da Cronachedallalibreria @MarinoBuzzi

Lunedì ho schiacciato il naso contro la vetrina della libreria in cui lavoravo, ho guardato quei locali spogli di libri e mobili. Non l'avevo ancora vista. Con borbottii benevoli dei colleghi al secondo giorno di "sgombero" mi è venuta la febbre a 39. La mia collega Elisabetta direbbe che è psicosomatica, mi sono ammalato per non veder smantellare il luogo in cui ho lavorato per molti anni. Ho sentito un tuffo al cuore, una sensazione di vuoto.

I lavori nel nuovo locale non sono ancora iniziati. Intanto hanno proposto il trasferimento a un collega che ha accettato. Anche un'altra collega ha chiesto il trasferimento. La squadra perde pezzi importanti.

Quando mi preparo per la corsa sono sempre carico. Dopo dieci minuti mi chiedo chi me lo abbia fatto fare. Dopo venti sono certo che morirò giovane ma quando arrivo al parco e vedo i colori, sento gli odori e i rumori degli animali respiro a fondo e mi rilasso.

Le mie sono parole di un irresponsabile. I soldi della cassa integrazione li vedremo, se va bene, fra sei mesi. Il mio compagno mi sta aiutando, mi chiedo come farei, in questo momento, senza il suo supporto. È la stessa persone che lo stato non riconosce come parte della mia famiglia.

Eppure questo tempo libero "imposto" è la cosa migliore che mi sia accaduta da anni. Non ho programmi. Non ho ancora fatto nulla di quel che mi ero riproposto: andare in piscina, iscrivermi a yoga, andare in giro per città. La prima settimana di cassa integrazione ho dormito. Nulla di più. Andavo dal divano al letto e viceversa.

Mi rendo conto di non avere, per la prima vota nella mia vita, preoccupazione alcuna. Sono tranquillo. Lo sono perché fra qualche mese si torna al lavoro. Se sapessi che non 'è futuro probabilmente questo tempo che perdo a fare niente lo impegnerei a cercarmi un lavoro. Ma ora è così. Dormo quando voglio, mangio quando voglio, leggo. Leggo molto. Infastidisco la gatta che si sta abituando alla mia presenza costante, corro e vado al parco. Al parco ci passo un sacco di tempo. A volte respiro a fondo, alzo lo sguardo al cielo e sorrido. È il mio tempo, per la prima volta dopo tanto, il tempo che posso dedicare solo a me stesso, spesso in solitudine a guardare il mondo che che corre con ritmi che per il momento non mi appartengono.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :