Tutto comincia con un programma sperimentale, alla fine del quale (!) si farà un bando per consolidare il progetto. L’assessore alle politiche educative Jane Alquati non può che lavorare con le cooperative accreditate in Regione, ci spiega l’assessorato, ma perché è obbligatorio sostituire il personale dipendente con le cooperative? Visto che la richiesta di tempo prolungato è ridotta, il servizio si poteva riorganizzare evitando la privatizzazione e quindi il salto dello steccato. Le cooperative entrano nel recinto e tessono la tela. Questo non piace. Questo vuol dire lottare per un pezzo di pane da contendere fra lavoratori. Non ci siamo. Abbate non può non protestare.
Esistono cooperative (cattoliche e laiche)? Magnifico! Ma invece di “inserirsi” perché non creano qualcosa di diverso? Perché non percorrono sentieri nuovi? Ci sono cittadini che i servizi se li sognano, non li vedono, o li ricevono lamentandosi. Ci sono tanti problemi, si parla anche di mercato nero dei buoni pasto. Qualche anno fa la Chiesa parlava di “fantasia della carità” (papa Wojtyla). Adesso la fantasia si è ridotta all’inserimento nel mercato sicuro dei servizi comunali? Questo a noi non piace.
Occorre uno stile nuovo e molto diverso. Segue il comunicato di Annamaria Abbate (Pd).
Il sorriso di Annamaria Abbate (Pd)
0.000000 0.000000L’esito del confronto tenutosi nella Commissione politiche educative del 9 agosto, chiesto dal PD, conferma che la riapertura a settembre delle scuole dell’infanzia e dei nidi rischia di riservare ai genitori e ai bambini amare sorprese.
L’affidamento sperimentale ad alcune cooperative sociali operanti nel terzo settore del Servizio “Tempo prolungato” riguardante le scuole infanzia, asili nido, centri “prima infanzia” e “gioco” ci consegna un dato politico rilevante: l’inadeguatezza di questa amministrazione a far fronte alle necessità degli utenti con una seria programmazione e secondo un progetto educativo ben definito.
Di fronte all’oggettiva difficoltà dettata dalle ristrettezze imposte dai tagli lineari agli enti locali ed alla conseguente necessità di una revisione della spesa, l’amministrazione si è mossa in ritardo, quando le iscrizioni erano già fatte, e senza ascoltare le parti in causa, né i sindacati, né i genitori. La soluzione che è venuta fuori appare insoddisfacente perché si basa su premesse prive di riscontri certi.
Si prospetta che il costo per il Comune, esternalizzando il servizio del tempo prolungato nelle 13 scuole dell’infanzia e nidi che lo hanno ad oggi attivato, si possa ridurre del 40% circa, passando dai 70mila € dell’attuale assetto ai 42mila € ipotizzati nella nuova gestione attraverso il coinvolgimento delle cooperative. Questo assunto resta ancora tutto da dimostrare numeri e dati alla mano. Come si giustifica poi che nonostante un tale abbattimento dei costi si alzano le tariffe di accesso al servizio? E’ inoltre tutto da dimostrare il mantenimento della qualità del servizio.
Le domande poste in commissione non hanno trovato risposte soddisfacenti e ancora una volta la riduzione della spesa sarà a carico dei lavoratori che a parità di lavoro svolto si vedranno ridurre stipendi e diritti.a nome del Gruppo PD
Annamaria Abbate