In questi giorni nel centro del paese sembrava di stare in città , da tanta gente che c’era.
Questa mattina però, dopo il temporale di ieri sera, tutti i turisti si sono riversati a Bolzano, la maggior parte per visitare il museo dove è conservato Oetzi, la mummia del Similaun.
Il temporale è stato davvero fortissimo ed è durato per gran parte della notte: un penetrante odore di ozono, che si mescolava a quello della terra bagnata, lampi lunghissimi ed accecanti con scoppi tremendi, perché era proprio sopra di noi, tanto che tremava perfino il terreno. Mi ha rammentato la paura che aveva mia madre dei temporali, in quanto le ricordavano i bombardamenti durante la guerra. L’anno in cui morì mio padre eravamo stati a Berlino con i bambini, ma al ritorno, già a Bressanone, c’era un temporale spaventoso, cosicché mio marito, su mia richiesta, ha pigiato a più non posso sull’acceleratore per arrivare a casa al più presto e non lasciare mia madre da sola. Ed infatti la trovammo seduta in un angolo per terra, tutta tremante per la paura.
I temporali poi mi rammentano l’infanzia: appena ne scoppiava uno, noi ragazzine e ragazzini del cortile salivamo fino all’ultimo piano, dove c’era la finestra che dava sul ballatoio prospiciente le soffitte, per ammirare sull’altopiano di san Genesio i razzi antigrandine che, nella nostra fantasia, trasformavamo in fuochi d’artificio.
Però, nonostante la pioggia, il tempo, pur leggermente rinfrescato, ha lasciato comunque un’afa pesante, aggravata dal fatto che continua comunque a piovigginare e quindi per uscire, bisogna indossare il K-way, che non fa traspirare.
Comunque, come diceva Rossella O’Hara in “Via col vento”, domani è un altro giorno…senza dubbio andrà meglio.
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