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Temuta censura. Necessaria quando?

Creato il 31 marzo 2014 da Manuela Bonci
   Cinema & Censura: quanto ci sarebbe da dire. Chi a favore e chi contrario... Ma bisogna ammetterlo, esiste tema e tema, modo e modo di presentarlo, modo e modo di preparare lo spettatore a quello che si sta per vedere. Se ci domandassimo per quale tematica oggi, sarebbe opportuna l'applicazione di una censura preventiva, potrebbero venirci in mente decine di temi, o nessuno. Opportuna: in base a cosa? In base a quali parametri? E su giudizio di chi? Il pubblico non é una massa omogenea di elementi, ma singole entità pensanti che reagiscono/interagiscono con la pellicola a proprio modo. Il tema della censura mi ha sempre affascinata proprio per quel suo lato “maledetto” che non sa farsi amare dal pubblico. Dall'approccio isolato che ho avuto sulla materia (diritto dell'informazione, che non é stata per me materia di studio principale), ho appreso elementi interessanti per comprendere non tanto la necessità di un istituto di censura applicato alle arti cinematografiche, quanto a capirne le modalità di applicazione e di intervento. Oggettivamente, anche per me che sono tra i “non addetti ai lavori”, é intuibile riconoscere quelle tematiche che, o perché particolari nel contenuto, o per la suggestionabilità delle situazioni rappresentate, non dovrebbero giungere ad una categoria di fruitori (o meglio, dovrebbero potervi giungere, ma con cautela). Tra i parametri con i quali scindere determinati target da altri, di certo, la sensibilità dell'età evolutiva é uno tra i principali. L'impatto emotivo che uno specifico tema potrebbe avere su un determinato target é da considerare in tutti i suoi aspetti e conseguenze. E una conseguenza (peraltro disastrosa) rischia di essere proprio l'emulazione.   http://www.imdb.com/title/tt0078935/?ref_=ttmd_md_nmOgnuno di noi probabilmente ha il suo punto debole, quel tallone di Achille che ci fa essere più sensibili ad un argomento piuttosto che ad un altro. Personalmente il mio (doppio) tallone é la chirurgia folle e la violenza sugli animali. Certo, per quanto riguarda il primo, non che si possa ritenere realizzabile il rischio di emulazione alla “Human centipede” (almeno me lo auguro!), ma lo ritengo uno di quei temi sui quali andarci veramente piano. Penso che il pubblico del genere splatter (più che horror) sia spesso fatto anche di inesperti, e come tali, non sempre preparati alla visione. Non che ci aspetteremmo di ritrovare sequenze splatter in una commedia romantica (saremmo davvero fregati) ma, per quanto questa variante di horror sia un genere amato dagli habitué, spesso richiama anche curiosi che, più degli altri, avrebbero modo di restare turbati dai suoi contenuti. Per violenza sugli animali invece, ovviamente non intendo quella finta sui pupazzi (quella tipica delle commedie stile cinepanettone e che anche i ragazzini riconoscono come fasulla), ma sequenze ben più crude, e mi viene in mente Cannibal Holocaust (uno dei film più censurati nella storia del cinema, non solo sotto l'ambito "animalista"). Questo tema credo sia uno dei più dibattuti: nelle commissioni d'ispezione per il rilascio del nulla osta alla proiezione di film nelle sale o per la programmazione televisiva, in Italia almeno, le categorie di animalisti sono presenze immancabili. Una vastissima fetta di pubblico si dice sensibile alle scene di violenza su animali, ma bisogna ammettere che nei film, oggi, se ne vedono ben poche. Credo sia pacifico riconoscere che una delle implicite regole del cinema sia proprio quella di risparmiare gli animali, soprattutto quelli d'affezione, perchè lo spettatore reagisce male. Ricordo il film di Barry Levinson, Disastro a Hollywood (2008) che tratta questo. Recentemente seguivo il contenuto extra in dvd sul backstage di Django Unchained (2012), e una vastissima parte era dedicata proprio all'addestramento dei cavalli usati nelle riprese, che sotto l'occhio vigile di allevatori e rappresentanti di associazioni animaliste, non hanno subito alcuna molestia o costrizione anche nelle sequenze più “belligeranti”.
http://www.imdb.com/title/tt0472043/?ref_=nv_sr_1   Come dicevo conosco ben poco della normativa giuridica del settore, ma mi pare che in Italia siano degnamente rispettati i divieti per fasce di età per quanto riguarda cinema e programmazione tv (ricordo il caso Apocalypto, 2006, che in Italia fu inizialmente classificato come pellicola senza restrizioni ma sconsigliato da molte sale di proiezione, e che fu poi vietato ai minori di 14 anni dopo che il Tar del Lazio si oppose alla dicitura “film per tutti”). Il problema sta invece nella facilità nel reperire un film in versione integrale, ecco perchè l'esistenza di un istituto di censura preventiva.    Ovviamente la censura non è prevista solo per imporre limiti relativi all’età del fruitore. I suoi scopi sono molteplici. Ok, il bambino apprenderà inevitabilmente pericoli e crudeltà nel mondo (spero non gli si rivelino mai crudezze alla Hostel) ma di certo molte pellicole non possono fornire il modo adeguato per guidare qualsiasi fascia di età nell’elaborazione di determinate informazioni. Immagino che determinati contenuti non possano essere spiegati, semplicemente perché non idonei a specifiche categorie di soggetti. Il tema delle emozioni allarga di molto il raggio del discorso e non metto bocca poichè non è il mio campo. Volevo discutere più che altro su quali siano i principali temi nel mirino della censura.   Temi oltre quelli menzionati, ma spesso a mio parere trattati con superficialità, sono quelli legati alla prostituzione. Tempo fa mi é stato menzionato il film Nessuno mi può giudicare, come una pellicola di pessimo gusto. In effetti mi stupisco come (soprattutto in un periodo di grande attenzione per le donne) non sia stato percepito dal pubblico come offensivo verso la componente femminile. In generale bisognerebbe essere molto cauti nel trasmettere il messaggio che "prostituirsi non è poi una cosa così brutta, se necessità lo richiede" (riprendo proprio le parole di M.K. che mi suggeriva questa pellicola).   Altro luogo comune è quello che inquadra il consumatore di droghe (e parliamo di quelle leggere perchè per quelle pesanti il tema é affrontato in modo diverso) come un personaggio positivo e libero da pregiudizi (mentre chi non si fa di canne è un represso). Ci andrei piano anche qui. Pensiamo a pellicole come Easy Rider (si é vero, lì non si facevano solo di miarijuana) o Il Grande Lebowski. Un conto era vederlo così e di tanto in tanto, un conto é assuefarsi a questo prototipo come ad un classico: cioè che i personaggi fichi si fanno le canne e tracannano rhum. Messaggio sbagliato, ritengo, se incanalato in un contesto fin troppo alleggerito.
   La normativa internazionale pone il giusto limite di età per ogni film, o almeno quello consigliabile, ma chiaramente, se lo si vuole, trasgredire non é impossibile (a qualsiasi età), reperendo il film in versione integrale.
   Mi chiedo se in casi rari ma ben ponderati, sarebbe possibile evitare la censura. Alcuni tipi di informazioni anzichè tagliate potrebbero essere “spiegate”, guidando lo spettatore nella comprensione, nel modo migliore che lo stesso mezzo di comunicazione qual è il cinema possa fare.

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