È passato ormai del tempo dallo stage tenuto da Waka Sensei in quel di Monza e molto lavoro è stato fatto nel dojo Leno da allora. Non starò qui ad illustrare cosa è stato fatto, non avrebbe senso. Tecnicamente l’aikido ha molte forme, tutte valide. Elencare perciò le differenze di come si fa una tecnica nel tendoryu rispetto ad un altro stile sarebbe inutile e noioso. Mi piacerebbe invece soffermarmi su un paio di punti di quanto espresso da Waka Sensei durante lo stage.
Parto subito premettendo che ho notato una differenza macroscopica rispetto al lavoro degli stage con Kenji Shimizu Sensei. Mentre il padre tiene uno stage più discorsivo, raccontando aneddoti della sua vita con O’Sensei e soffermandosi molto sugli aspetti filosofici e dei principi cardine dell’aikido, Waka Sensei è più improntato alla didattica, alla trasmissione della precisione e dei principi tecnici. Un approccio più fisico che ti accompagna mano nella mano a scoprire il movimento giusto, il tempo corretto, la distanza esatta. Una matrice unica che si differenzia nel passaggio di generazione. Due facce della stessa medaglia, padre e figlio, sempre aikido, sempre tendoryu, tra tradizione e futuro.
Molte poi le conferme dell’ottimo lavoro svolto ad Amburgo sotto la guida sapiente di Eckardt Sensei e Milan Sensei. Ritrovare concetti come il so-nae, lo zanshin, le posizioni di invito con tutte le sfaccettature che esse comportano e la coerenza con uno stile più marziale e reale e meno danzante e astratto . Tanti i richiami ai movimenti di spada, a partire dalla posizione delle braccia e delle mani secondo il concetto di tegatana, ovvero “mano spada” e a seguire tutti i movimenti e i taisabaki che richiamano appunto i movimenti che si effettuano impugnando il katana negli stili antichi di iaido/kenjutsu.
Per ultimo ma forse l’aspetto più importante. Rispetto, calma interiore, armonia con se stessi in relazione con l’universo intero. Dalla pace deriva l’aikido. Se un mare è increspato dalle onde il vento non fa altro che alzare queste onde ancora di più caricandole di forza distruttiva inarrestabile. Ma se il mare è calmo, il vento alzerà piccole increspature che presto tornano calme. Esattamente come il nostro animo, se non è in pace, se il nostro cuore non è sereno e la nostra mente calma, un’azione violenta non farà altro che incattivirci, caricandoci di sentimenti distruttivi.
Se il nostro cuore è calmo il nostro animo sereno, anche il vento più forte non avrà effetto e saremo in grado di ergerci davanti alle difficoltà con rinnovato vigore.
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