Magazine Diario personale
« Ilproblema del desiderio non è psicologico, come non lo è quello, nonrisolto, del desiderio di Socrate. C'è tutta una tematica cheriguarda lo statuto del soggetto quando Socrate formula di non sapernulla se non ciò che concerne il desiderio. Il desiderio non èmesso da Socrate in posizione di soggettività originaria, ma inposizione di oggetto. »
Jacques Lacan, 15 gennaio1964, Il Seminario, Libro XI,Einaudi, Torino 2003 (traduzione di Adele Succetti).
Ultimamente– e debolmente – riesco a non essere inquieto solo quandoragiono, o meglio: quando cerco di ragionare, pensare razionalmente vogliodire, anche se poi arrivo a conclusioni non razionali; ovvero quandomi sforzo di farlo a partire da una frase o da un brano pescati unpo' a caso tra le mie letture irregolari (e diagonali). Èil caso, stamani, di Lacan che viene a dirmi che «il problema deldesiderio non è» un problema «psicologico», bensì qualcosa dioggettivo, che si dà e manifesta in quanto esso si trova là fuoridi me, e se uno ci si imbatte, a seconda quali panni rivesta taledesiderio «in posizione di oggetto», la mente del soggetto, il suostatuto, comincia a vacillare perché sente che il suo essere èprivo di quell'oggetto che è fuori di lui, là nel mondo, e cerca dicarpirlo, o più semplicemente coglierlo, vorrei dire viverlo,parteciparlo; e, a seconda che tale desiderio sia o meno mediato daaltri soggetti desideranti il medesimo, ovvero: se tale desiderio non soffre di un mimetismo malato, allora il soggetto vive il desiderio in maniera pacificata.Robacomplicata, vero? Sitratta di questo: c'è un io, non necessariamente un Lucas, un ioqualsiasi, che come molti io, quasi tutti, desidera – solo coloro che hannoraggiunto la pace dei sensi e della mente, tipo nirvana, possonotirarsi fuori –; e se desidera difficilmente desidera sestesso (chi lo fa, spesso, lo fa per darsi un tono, per dire aglialtri: “guardate come sono felice”: felice un cazzo), ma desidera,appunto, un qualcosa di oggettivo che gli offra l'illusione dicolmare le sue lacune, la sua inquietudine; desidera qualcosa* chegli offra la sensazione che la vita valga sempre la pena di esserevissuta.Edè questo il desiderio continuo che tiene alta la vita, che non ti fasentire a terra, sgonfio, spento, ma ti tiene come sospeso, in unasorta di equilibrio perfetto tra felicità e finitudine. E ti sentibene, e quali che siano i colori del cielo ci tuffi dentro il visoper bagnarti di luce.
*Vada sé che questo qualcosa possa essere qualcuno.
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