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Tennis: Enrico Avalis, disciplina, lavoro e professionalità

Creato il 03 febbraio 2015 da Sportduepuntozero

tennis - Enrico AvalisE’ stato il trait d’union tra la vecchia gestione e la nuova proprietà del centro di Volvera, quella che ha dato vita all’Ace Tennis Center: “Non appena ci siamo incontrati – ricorda oggi – abbiamo capito che le idee erano comuni, così gli obiettivi. Soprattutto mi ha colpito la possibilità di lavorare personalizzando l’intervento. Quasi quel “one to one” al quale ero abituato con mia figlia che è stata numero 1 d’Italia under 12 e under 14 nonchè top ten di categoria nella graduatoria ITF. Poter seguire un allievo per campo, al massimo due, significa poter curare il particolare e mettersi nelle condizioni di offrire il massimo della professionalità acquisita. La mia voglia è proprio questa, ovvero trasferire quanto accumulato in molti anni di carriera da maestro, agli allievi dell’Ace Tennis Center. Soprattutto il concetto che ormai non sono più sufficienti per emergere braccio e talento. Occorrono una grande preparazione atletica e la voglia di soffrire in considerazione del fatto che distinguersi è sempre più difficile. Quando mi capita di ascoltare le interviste dei grandi giocatori durante i tornei mi colpisce sempre il fatto che tutti continuino a lavorare per migliorarsi. Lo fa Nadal, lo fa Djokovic, lo fa Federer. Eppure sono stati o sono i migliori in assoluto. I giovani devono prendere esempio da questi grossi personaggi e capire che non si smette mai di imparare, di progredire, mettersi in gioco. E’ quello che guida il nostro lavoro all’Ace Tennis Center”.

Maestro nazionale dal 1986, Enrico Avalis ha fatto diverse esperienze professionali, non solo in Piemonte, e oggi sente le motivazioni dei giorni migliori: “La struttura è al 100% a disposizione dei ragazzi. Non ci sono soci con i quali interfacciarsi e le opportunità di crescita sono massimali. Il nostro staff si compone di professionalità diverse al pari delle esperienze, ma è proprio dal confronto costante tra le stesse che è possibile trarre il meglio, opportunamente guidati dalla direzione sportiva”. Date il meglio e chiedete il meglio ai ragazzi: “Certo, perchè i principi chiave sono quelli del lavoro serio, della fatica, del sudore. Alla fine chi riuscirà a farli propri sarà in grado di compiere il salto per cui è venuto qui. In noi maestri troverà sempre degli interlocutori attivi e partecipi, pronti a mettersi in gioco per la causa comune”.

La più grande soddisfazione professionale?: “Deve ancora arrivare e sono certo che l’Ace Tennis Center mi darà l’opportunità di raggiungerla. E’ chiaro che l’aver frequentato il circuito internazionale giovanile con mia figlia Alexa mi ha permesso di cogliere quelle sfaccettature che sfuggono rimanendo sempre nel circolo. E’ per questo, in assonanza con la dirigenza, che in estate prevediamo delle partecipazioni per i nostri giovani emergenti a tornei internazionali di categoria. Non si andrà a caccia del risultato ma è fondamentale a mio parere rendersi conto di cosa voglia dire fare i professionisti, allenarsi come dei professionisti, preparare i match nel dettaglio. Solo così si cresce ed è possibile rispondere ai perchè degli sforzi in allenamento, dei sacrifici, delle privazioni finalizzate al raggiungimento dei rispettivi obiettivi”.


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