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Tennis: la seconda categoria tra Open e Internazionali d’Italia

Creato il 18 marzo 2015 da Sportduepuntozero

tennis - Alberto SibonaPur con tutte le variabili del caso, la seconda categoria del tennis italiano è una “terra di mezzo” tra l’Olimpo dei migliori giocatori del mondo e i semplici appassionati. In generale ci giocano tre fasce di atleti: ragazzi che fanno attività internazionale (Futures e Challenger), giovanissimi che frequentano gli Open per crescere e salire nel ranking e giocatori di età già “avanzata” che partecipano agli Open per mantenere la classifica e guadagnare qualche soldo. Specialmente per i più giovani la racchetta è un lavoro e li tiene costantemente impegnati tra allenamenti e tornei, sovente al di fuori dei confini nazionale. Un tennista di seconda categoria deve avere passione, voglia di muoversi e, possibilmente, una famiglia benestante alle spalle. Sì, perché un vita del genere costa parecchio, tra viaggi, soggiorni lontano da casa propria e allenatori. Le sponsorizzazioni sono più uniche che rare e i circoli danno una mano ogni tanto; così come la Federazione, che però ha da poco avviato un progetto per gli over 18 che permette ai talenti di allenarsi al centro tecnico di Tirrenia.

“In Italia ci sono molti giocatori di qualità” afferma Alberto Sibona (foto), attuale classifica 2.4 e maestro alle Pleiadi di Moncalieri, “il problema è che pochi hanno la possibilità di pagarsi l’attività e di girare il mondo per giocare”. Questo è il motivo per cui tre anni fa Alberto abbandonò il professionismo; aveva solo vent’anni ma iniziò a insegnare. Da un mesetto ha deciso di riprovarci, anche aiutato dal suo circolo; al mattino si allena e al pomeriggio lavora come maestro. “Abbiamo dei 2.1 che valgono i primi 400 del mondo” prosegue, “ma nel nostro sport quelli che guadagnano seriamente sono pochissimi. Così anche gente forte è costretta a rinunciare ai 10.000 e ai Challenger; partecipa agli Open, ma per fare il definitivo salto di qualità non basta”.

E pensare che l’Italia è uno dei primi paesi al mondo per organizzazione di manifestazioni Futures e Challenger. “Il problema è il livello molto alto” spiega Gipo Arbino, tecnico con trent’anni di esperienza, “di conseguenza non molti giocatori hanno la classifica per accedere ai tabelloni e sono costretti a cercare fortuna all’estero. In questo senso l’aiuto più grande sono le wild card, per i main draw e per le qualificazioni, che permettono ai nostri ragazzi di giocare vicino a casa”.

Gipo Arbino ha guidato verso una dimensione internazionale alcuni dei migliori tennisti piemontesi, da Stefania Chieppa ad Alberto Giraudo, fino all’astro nascente Lorenzo Sonego. Questi ultimi hanno preso parte all’Open BNL 2015, organizzato dal Monviso Sporting Club e vinto da Marco Bortolotti. In palio, oltre al titolo e poco più di mille euro, c’era la possibilità di entrare nelle pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia. “Il Master di Roma è qualcosa di incredibile” assicura Alberto Sibona, che due anni fa arrivò al Foro Italico proprio con la vittoria nell’Open BNL, allora organizzato alle Pleiadi, “tutto è ben organizzato e tutti sono a tua disposizione. Un’esperienza insolita per chi frequenta gli Open e i 10.000”.


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