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Tennis: Matteo Donati e i piccoli grandi passi da professionista

Creato il 06 maggio 2014 da Sportduepuntozero

Matteo DonatiC’è un giocatore sul quale punteresti ad occhi chiusi, prima ancora di vederlo in campo, per il modo con il quale si approccia al tennis, alla partita e l’abnegazione con cui affronta gli allenamenti. Rispetto al tanto conclamato Gianluigi Quinzi, marchigiano di alcuni mesi più giovane, l’alessandrino Matteo Donati non ha mai avuto un seguito mediatico di pari livello. Eppure anche i più scettici si rendono oggi conto del fatto che forse puntare sulla solidità del piemontese, cresciuto sotto le attente cure di Roberto Marchegiani ed ora passato sotto quelle altrettanto importanti di Massimo Puci, già coach di Andrei Golubev a Bra, non è un errore. I fatti lo hanno dimostrato nella scorsa stagione (4 tornei futures vinti ed alcune rassegne di assoluta caratura a livello giovanile) e lo stanno ribadendo nella corrente (1 torneo futures vinto e primi segnali importanti anche nelle competizioni Challenger).

La politica dei piccoli passi è spesso quella vincente. Matteo ed il suo staff non vogliono bruciare le tappe e l’atteggiamento risulta premiante. La scorsa settimana era arrivato il best ranking per Matteo (370 Atp). In questa la bella vittoria di 1° turno nel Roma Garden Challenger (42.500 euro) contro il moldavo Albot, numero 178 del ranking mondiale. E anche nel Challenger di Vercelli il piemontese aveva offerto un’ottima prova di primo turno contro l’esperto Potito Starace, uscendo sconfitto con un duplice tie-break in singolare. Si era poi rifatto in doppio, accanto al “gemello” tennistico Stefano Napolitano, conquistando in torneo.

Il commento di Donati dopo la sconfitta con Starace era stato analitico, al pari di quello del suo team: “Non ho giocato bene ed ho sentito la tensione. Ho risposto male e la sconfitta mi servirà d’esperienza”. In sintesi grande lucidità di Matteo che è consapevole della forza acquisita e dei miglioramenti che dovrà ancora effettuare per salire tra i migliori. Segnali di saggezza del giocatore vero, gli stessi che dava da piccino quando prima di entrare in campo badava ad ogni dettaglio, vedi le stringhe delle scarpe da legare con cura e perfezione quasi certosina. Continua così, Matteo, e vola sempre più in alto.


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