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Tentativi di botanica degli affetti di Beatrice Masini. Una lettura di…

Creato il 10 novembre 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

NZOMiriam Punzurudu. Incontro al futuro in carrozza. Poiché la ferrovia non esiste ancora. E nemmeno l’Italia. Ma un’aria romantico-liberale inonda i circoli culturali aristocratici del Lombardo-Veneto e le pagine del Conciliatore, diretto da Silvio Pellico. Il sogno di un regno italico autonomo resiste alle censure austriache.

In questo fermento politico e culturale attecchisce la crescita artistica e interiore di Bianca Pietra, giovane acquarellista dal talento straordinario. Orfana di madre inglese, ha da poco perso anche il padre. Dalla casa di famiglia sul lago di Garda giunge a Brusuglio, vicino a Milano. Lavorerà per don Titta, poeta, appassionato di agricoltura sperimentale che ordina semi dall’Olanda e coltiva piante esotiche.

Tra la villa di Brusuglio e l’abitazione milanese di via Morone, i luoghi di Alessandro Manzoni (realmente sperimentatore in agricoltura), si snoda Tentativi di botanica degli affetti, primo romanzo per adulti di Beatrice Masini, giornalista, traduttrice, editor, già scrittrice di storie per bambini e ragazzi.

Bianca entra in un microcosmo magnetico. Osserva la famiglia del poeta: la mamma, un tempo frequentatrice dei salotti parigini, la delicata moglie e i loro cinque figli. Che crescono con la nanny francese e con l’istitutore inglese. E poi ci sono Minna e Pia, servette con inconsuete libertà, entrambe abbandonate alla nascita nella ruota degli esposti. Ma mentre la prima è stata riaccolta dai genitori, la seconda ha una storia misteriosa sulla quale Bianca indaga con puntiglio. Tra spiriti antichi e fantasmi diurni.

Ma qual è il progetto che don Titta affida a Bianca? Ritrarre tutte le piante del parco. L’inverno, quando ci si trasferirà a Milano, servirà per riflettere e abbozzare i disegni.

La giovane è esperta di botanica. Ha visitato, con il padre, i giardini più belli d’Europa.

Possiede genio e cultura. Ma non si sente artefice del proprio destino. Procede per esclusione. Non desidera il matrimonio ma l’autonomia, percorso impervio senza modelli di riferimento. Allora sfrutta le sue competenze e applica il metodo delle classificazioni botaniche all’ambiente circostante, alla ricerca del vero, alle emozioni tumultuose che la invadono nel rapporto con gli altri. Vorrebbe ponderare i sentimenti. Che invece sono magmatici, pericolosi, sfuggenti. Si svelano attraverso l’esperienza. A volte quando è tardi.

A Milano Bianca inventa uno stile artistico che le frutta fama e denaro. Conosce la città, la moda, gli amici della famiglia del poeta, frequenta il teatro, esce da sola. Eppure ancora non conosce se stessa.

Con il ritorno a Brusuglio e la festa di san Giovanni, notte di fuoco, acqua ed erbe, si chiude un ciclo. Vita e morte gareggiano. E pareggiano. Alla fine la vita vince, ma metterà radici altrove. La carrozza riparte verso il domani.

Bompiani, Milano, 2013, 324 pp., 17,50 €

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