Il governo ecuadoriano ha dichiarato lo stato di emergenza nel paese. Denuncia un colpo di stato da parte dei militari e dei poliziotti.
Un gruppo di poliziotti ha occupato l'edificio del Parlamento: all'origine delle proteste vi sarebbe la legge varata dal governo, che taglia i benefit destinati alle forze di sicurezza.
In precedenza circa 150 fra agenti e soldati avevano occupato alcune caserme e l'aeroporto della capitale: e il presidente Rafael Correa, giunto nello scalo per parlare con i militari, è stato oggetto del lancio di gas lacrimogeni.
Ricoverato per una lieve intossicazione, non sarebbe tuttavia in grado di lasciare l'ospedale, circondato dai rivoltosi. "Non farò alcun passo indietro: se volete occupare le caserme, se volete lasciare i cittadini indifesi, se volete tradire la vostra missione, fatelo, se volete tradire la patria, fatelo, ma questo Presidente non cederà", aveva affermato Correa nel corso di un agitato incontro con i leader dei rivoltosi; il Capo di stato maggiore, generale Ernesto Gonzalez, ha comunque confermato il suo sostegno al governo e ordinato ai rivoltosi di arrendersi.
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