Marina Betto ritorna dopo la pausa estiva e ci parla di un’ottima azienda piemontese: i tempi sono maturi dopo quello che Jancis Ribinson ha detto a proposito dei vini piemontesi!!!!
Classe da vendere quella del Marchese di Gresy, sebbene non conforme all’idea che ci si fa di un uomo piemontese, il suo accento è milanese, perché Milano è la sua città.
La proprietà è frastagliata tra le Langhe e il Monferrato dove i Gresy furono invitati a stabilirsi già nel 1797 ( tenuta di MARTINENGA); l’origine del nome “Asinari” deriva dal fatto che facevano trasporti con gli asinelli, spiega il marchese in tono ironico, mentre racconta il suo amore per il vino, che va ben oltre le aspettative del profitto,per compiacere i tanti amici che lo invitano a creare e produrre vino più beverino e più “ smart”. Guarda ai vitigni internazionali, già da giovane, si appassiona ai vitigni e ai cloni per individuare quello più giusto da coltivare nelle sue terre; nello stesso modo dei vitigni internazionali , come chardonnay e sauvignon, ama l’arneis, il vitigno autoctono che può essere considerato la varietà bionda del nebbiolo.
Nasce così il Langhe Sauvignon, ispirandosi a Bordeaux e a quelli della Nuova Zelanda , molto apprezzati da Alberto di Gresy; il suo Sauvignon è un accordo intenso di pesca e foglia di pomodoro struttura e sapidità in evidenza ; come aperitivo accompagnatelo ai frutti di mare o a una tempura giapponese ci suggerisce sempre Alberto. Anche il Langhe Chardonnay 2009 si imprime con un intenso profumo di spezie e tabacco, affina sedici mesi in botti di rovere, che donano sentori di burro, nocciola e vaniglia, mescolati a mela golden e tamarindo; la sapidità esalta le carni di pesci come il branzino,l’ombrina e il dentice.
Le tenute comprendono quattro aziende agricole situate nelle Langhe e nel Monferrato. Nelle langhe Martinega ,undici ettari in un solo corpo,produce Nebbiolo, Barbaresco, Barbera e Cabernet Sauvignon insieme a impianti recenti di Chardonnay e Sauvignon; tutta la tenuta è perfettamente esposta a mezzogiorno e il suo terreno è una marna azzurra lavorata da mani esperte, il microclima eccezionale consente di produrre vini di altissima qualità anche in annate non proprio ottimali, praticando un’attentissima selezione dei grappoli. Martinega è il centro aziendale e nelle sue cantine recentemente ampliate e dotate di nuovi impianti vengono conferite e vinificate le uve provenienti dagli altri vigneti di proprietà; Monte Ribaldo a soli due chilometri da Martinega( nel comune di Treiso d’Alba)ospita anche la villa padronale della fine dell’ottocento, da cui si vede gran parte del paesaggio piemontese contornato dalle Alpi. Sul suo terreno misto di calcare e tufo sono ubicati i vigneti che producono Dolcetto d’Alba, Chardonnay e Sauvignon; nel comune di Cassine nel Monferrato ( AL), la tenuta La Serra produce Moscato d’Asti docg, Barbera d’Asti docg e Merlot; la tenuta Montecolombo dà uve Moscato ma un sesto dell’impianto è ad elevata densità di Barbera e in parte minore Merlot, su un terreno altamente vocato, sia per la sua pasta argillosa sia per l’esposizione a sud.
Lo Chardonnay Gresy 2009 fa fermentazione malo lattica, per affinarsi poi in piccole botti di rovere per 16 mesi; il naso avverte profumo intenso di spezie e tabacco poi burro e nocciola insieme alla vaniglia, mela golden e mango accennato , accordi intensi ed equilibrati che si ritrovano gustativamente portati nel finale da una scia sapida.
Il Dolcetto d’Alba dal colore rosso violaceo è fresco e fragrante con il suo fruttato sostenuto da un filo tannico in bocca, perfetto con degli appetizer, carne cruda e carne bianca. Anche il Merlot da Solo si rivela beverino; era stato pensato per fare un uvaggio con del Barbera ma poi ha sorpreso per la sua piacevolezza e si è deciso di lasciarlo da solo, da qui il nome, è da provare con delle croccanti puntarelle alla romana.
Il Barbaresco Martinenga si presenta rubino trasparente con riflesso arancio, il naso evidenzia ciliegia sotto spirito, agrumi,una lieve speziatura di legno fresco, risulta elegante nella sua progressione, con un tannino morbido e bilanciato dall’acidità, lasciando sulla lingua liquerizia, tabacco toscano e cioccolato;perfetto con dell’agnello al forno.
Anche Gaiun Martinenga è un Barbaresco che nasce nel 1982 dal vigneto Martinenga verso Asili e viene prodotto solo nelle migliori annate. Ha un profilo internazionale dato dall’affinamento in piccole botti di rovere francese, e per questo molto apprezzato all’estero. E’ polposo morbido ed equilibrato, la sua forza è l’eleganza ma non ha la potenza di un barolo.
In fine Camp Gros, sempre Barbaresco, il fiore all’occhiello prodotto dal 1978 solo nelle migliori annate e da uve selezionate. E’ la sintesi di un grande Barbaresco con sentori eterei di ciliegia sotto spirito, rose e viole e pepe finale che arricchisce il bouquet; in bocca è subito suadente con una fine nota alcolica e un tannino morbido che rimane punteggiato di quella ciliegia e prugna cotta avvertite al naso. Amore per le proprie origini, il proprio territorio, l’arte ,la storia, il lavoro nei campi,danno la consapevolezza di voler fare un prodotto che li rispecchi e che certamente ritroverete in queste sorsate.