Dopo un inizio da documentario, con un'intervista in b/n fuori da una fabbrica a degli operai, interrogati sul ruolo della borghesia, e dopo un po' di considerazioni sull'esistenza umana improntate alla religione, la scena cambia.
A Milano (una città che viene ritratta magnificamente, anche nei suoi dintorni), in una villa splendida, vive una facoltosa famiglia. Un industriale ammalato, una moglie bellissima molto insoddisfatta, un figlio artista incompreso, una figlia annoiata, una domestica fedele. In questa famiglia è presente uno strano Ospite, chiamiamolo così, un corpo estraneo venerato da tutti che, ad eccezione del capofamiglia, ha relazione intima, sia empaticamente che sessualmente, con tutti i membri della famiglia.
Un bel giorno l'Ospite deciderà di andarsene, e tutti i componenti della famiglia prenderanno ad agire e comportarsi in modo imprevedibile. Il ragazzo impazzirà sulle sue opere, la donna si concederà a ragazzi che trova in strada, la ragazza si ridurrà catatonica, l'industriale lascerà la fabbrica agli operai denudandosi di ogni bene. Caso più particolare la domestica, che tornata alla cascina dove viveva, diventerà una specie di santa.
E fin qui siamo alla trattazione testuale di quanto rappresentato. Ovvio che siamo di fronte ad una metafora molto spinta, e non mi riferisco al sesso che mai compare esplicitamente rappresentato. Quanto segue è interpretazione personalissima, invito a prenderla molto con le pinze.
Il mio personale Teorema è questo:
L'Ospite è un "gesù", quasi non parlando è in grado di comunicare grande empatia a tutti indistintamente. La ricca famiglia, domestica a parte, è composta da individui che faticano da sé a trovare un'identità, la noia prodotta dal benessere li imbruttisce ulteriormente. Con l'Ospite trovano completezza al sé, se ne innamorano perdutamente e la sessualità che compare a margine è un complemento d'amore non un fine. Come il famoso Gesù, l'Ospite se ne andrà, fortunatamente in modo meno cruento dell'illustre predecessore, ma sostanzialmente produrrà lo stesso sconcerto a chi gli rimane, ed il senso di incompletezza che dicevo emergerà prepotente, ognuno di loro si troverà ad affrontare da solo il lato oscuro del proprio ego. Non tutti troveranno una vera e propria liberazione ed il finale farà emergere l'industriale e la domestica, quest'ultima una specie di Maddalena.
Critica spietata e impietosa dell'inutilità di una vita egoista e borghese, spesa a rincorrere comodità e benessere, per non parlare della durissima critica all'arte contemporanea che emerge col ragazzo, troppo piena di sé da dimenticare di comunicare con le persone e tendente quindi ad isolarsi. Incredibilmente colta e penetrante la trasposizione nell'attualità dei concetti religiosi cristiani, effettuata con coerenza e difficile da confutare, tanto che il film, fortemente osteggiato dal mondo cattolico oltranzista nostrano, ricevette il premio "... OCIC (Office catholique international du cinèma). Un sacerdote canadese, Marc Gervais, ne fece un'ampia ed elogiativa analisi." (fonte wiki).
Sempre dalla stessa fonte apprendo l'iter giudiziario che questo film, nonostante il divieto ai minori di 18, dovette subire per poter uscire! Devo assolutamente riportarlo:
...il 13 settembre la Procura della Repubblica di Roma sequestra il film "per oscenità e per le diverse scene di amplessi carnali alcune delle quali particolarmente lascive e libidinose e per i rapporti omosessuali tra un ospite e un membro della famiglia che lo ospitava". Il 14 ottobre la Procura della Repubblica di Genova emette analogo provvedimento. Il processo contro Pasolini e il produttore Donato Leoni, trasferito per competenza territoriale a Venezia (dove si era svolta l'anteprima del film), si apre il 9 novembre 1968 con l'escussione del regista. Il Pubblico Ministero Luigi Weiss chiede la reclusione di sei mesi di entrambi gli imputati e la distruzione integrale dell'opera. Il 23 novembre 1968, dopo un'ora di camera di consiglio, il Tribunale di Venezia assolve Pasolini e Leoni dall'accusa di oscenità annullando il sequestro del film con la seguente sentenza:
« Lo sconvolgimento che Teorema provoca non è affatto di tipo sessuale, è essenzialmente ideologico e mistico. Trattandosi incontestabilmente di un'opera d'arte, Teorema non può essere sospettato di oscenità.»
Serve altro da sapere per decidere di vedere questo film?
Capolavoro da Olimpo. Film di altissima allegoria ma alla portata di tutti, nel quale ognuno può trovare una interpretazione personale. Perfetta sintesi dello stile di Pasolini. Lo scorso 2 Novembre sono ricorsi 35 anni dalla sua morte, ma ho voluto pubblicare oggi questa recensione, che è la 400esima di quest'anno e Doveva celebrare un Grande Film.
Massimo Girotti, grande attore italiano, non noto quanto meriterebbe
Silvana Mangano, fascinosissima anche da "matura", non ha bisogno di presentazioni, io l'adoro.
l'irreversibile catatonia della ragazza
la domestica in cascina riceve pellegrinaggi
il delirio "artistico" del ragazzo. qua c'è un discorso sull'arte moderna che lascia di stucco
tra le tante splendide immagini in esterni a Milano e dintorni, mentre la signora è a "caccia di ragazzi"
la domestica (Laura Betti, grande amica di Pasolini) ha raggiunto un grado di misticismo assoluto
Curiosa la colonna sonora, che propone il Requiem di Mozart, che compare a più riprese, ed un jazz composto da Ennio Morricone che non sono riuscito a trovare su YouTube, però mi ha ricordato come stile diversi brani che conosco e allora ne metto uno di questi.