Su internet gira un’immagine significativa che analizza in una estrema sintesi una verità che pochi conosco, solo perché si tratta di una delle solite immagini che navigano nella rete tra migliaia e migliaia, trasmettendo il senso di “bufala” che invero questa volta non c’è. L’immagine pone tre domande fondamentali alle quali sembra quasi impossibile dare risposta, senza avere cognizioni di economica, eppure questa è così semplice: “sovranità monetaria”.
Del resto – come afferma l’immagine (ed è la verità!) – negli anni ’90 avevamo un debito pubblico che rappresentava il 120% del PIL. Un’enormità. Nonostante questo, all’epoca l’Italia era considerata tra le più grandi potenze economiche del mondo, assieme a USA, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Canada. Aveva un forte settore di export e le occasioni di lavoro seppure non erano un qualcosa che trovavi dietro l’angolo erano indubbiamente più diffuse. E c’era soprattutto più ottimismo. Poi è arrivato l’euro e tutto è cambiato. L’Italia come potenza economica è iniziata a decadere e impoverirsi.
Iniziative
Perché? Su iljester.com (prima che cambiasse tematiche) e anche su questo blog ipotizzai un’idea abbastanza diffusa ma con forti venature complottiste: l’integrazione europea e l’euro (almeno inizialmente) sono serviti alla Germania per pagare i propri debiti di riunificazione. Non a caso, con l’euro – a immagine e somiglianza del marco – l’economia tedesca è volata, mentre quella italiana ha subìto un forte arresto, diventando, la nostra economia, terra di colonizzazione e speculazione senza più capacità di ripresa. Ma trattasi di una verità parziale e forse persino non troppo realistica. Come dicevo: complottista.
Verità che però non esclude che non vi sia un disegno più ampio nel decadimento dell’economia italiana. Del resto, le istituzioni italiane ed europee per anni ci hanno ossessionato con la storia di una “moneta unica” importante e fondamentale per il nostro progresso e il nostro benessere. Ci hanno dipinto l’euro e l’integrazione europea come un qualcosa di assolutamente necessario, come una medicina da prendere per uscire dalla spirale del debito pubblico e creare un’economia sana. Perché? Se l’Italia stava bene, produceva ed esportava, perché avrebbe dovuto essere “curata” con l’euro e l’unificazione europea?
Si parte da una regia, che non possiamo non identificare nell’Europa condizionata pesantemente dai poteri finanziari e dagli Stati più influenti: Germania e pure Francia. Tralasciando il facile complottismo e la massoneria, e tenendo ferma la diffusa inettitudine della nostra classe politica, è chiaro che questo triangolo di poteri ha condizionato fortemente l’attuazione di un piano ben preciso: la nascita di un “superstato” europeo. Il punto di partenza è l’integrazione europea, per arrivare (come dirò poi) a un supestato la cui autorità è diretta promanazione delle cancellerie più forti in coordinamento con l’apparato finanziario che gestisce la moneta unica. La ragione di fondo è sempre la stessa: la dominazione dei popoli e l’annullamento delle sovranità nazionali scomode.
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Naturalmente per convincere i popoli europei – tra cui quello italiano – che l’euro è la summa di tutte le taumaturgie per il loro benessere economico, e dunque per costringerli a sottomettersi, è stato necessario “terrorizzare”. E il terrorismo finanziario (o “shock economy”) è iniziato con il dipingere il debito pubblico come un mostro che lì per lì avrebbe divorato tutto e tutti. A modello di virtuosismo si è presa, guarda caso, la Germania e si è avviato un terremoto geofinanziario di immani proporzioni che hanno colpito le economie più indebolite, ma anche quelle più restie ad adattarsi alle nuove “regole”: quella spagnola, quella greca, e naturalmente quella italiana.
Indubbiamente il debito pubblico è un mostro che deve essere sempre tenuto sotto controllo, ma una cosa è tenerlo sotto controllo ed entro certi limiti (rapportati al PIL), altra è diffondere l’idea che con il debito pubblico, una nazione non riesca più a creare benessere. La verità è semmai più complessa. Il debito pubblico è una fonte di finanziamento per lo Stato1, e come tutte le fonti di finanziamento ha un suo costo. Perciò, affinché questo costo sia sopportabile e non incida negativamente sulla sovranità dello Stato, è necessario che sia sorretto da un’economia vitale, che preservi la capacità dello Stato di attuare politiche economiche e monetarie realmente sovrane finalizzate a mettere sotto controllo il predetto debito.
Niente di tutto questo nella UE e con l’euro. Il debito pubblico è stato considerato come il “male assoluto” che deve essere debellato. Del resto, nel momento in cui uno Stato viene svuotato della propria sovranità monetaria ed economica (decisa da terzi e in favore di chi, lo ignoro), non può affatto permettersi di spendere denaro che non è suo. Ecco il motivo “tecnico”! L’Italia non può più permettersi di spendere denaro non proprio, ma che appartiene a terzi. Non può più permettersi di fare politiche economiche e monetarie capaci di massimizzare l’effetto positivo del debito pubblico e minimizzarne l’effetto negativo, naturalmente in favore della nazione.
Ma questa – come abbiamo anticipato – è solo un aspetto. Il cosiddetto terrorismo economico (o “shock economy”) ha la finalità ultima di soggiogare i popoli e annullarne la sovranità in favore di chi muove le leve del potere economico e finanziario, senza l’ossessione del consenso. Ecco perché la teoria della shock economy, che ha infiltrato nell’immaginario collettivo l’idea che il debito pubblico (e il suo indice di misurazione, lo spread) è un mostro orribile, oggi è più che mai vitale. L’idea della creazione di un superstato gestito da un’oligarchia culturalmente e politicamente dominante su una massa informe di uomini, la cui vita è parametrata alla loro capacità di consumo, non è poi così fantascientifica.
Badate. Non sto affatto parlando di un Grande Fratello orwelliano o di una dittatura del pensiero, come affermano i “complottisti”, ma di una nuova forma di società diretta e governata da un’entità statale europea che trova i suoi punti cardine di comando tra Bruxelles e Berlino. Un modello che non richiede un consenso democratico al governo (se non apparentemente), ma che è basato su meccanismi extraelettorali, come la borsa, lo spread e dunque il controllo dei flussi finanziari da e per uno Stato. Da qui, il famoso MES, la BCE e gli altri organismi europei del tutto fuori da qualsiasi influenza dei governi politici, e dunque dei cittadini.
Orbene, se questa è la dura realtà, l’Agenda Monti non farebbe altro che contribuire al “piano”, garantendo politiche italiane appiattite al progetto europeo di “unificazione”. Del resto, il programma montiano è pieno zeppo di misure economiche e sociali volte ad assecondare le direttive europee sul controllo del debito pubblico e dunque sull’adesione totale e incondizionata dell’Italia al progetto di cessione della propria sovranità. Se mai Monti o una lista che lo sostenga e sposi la sua Agenda, ovvero ancora la sinistra, vincessero queste elezioni, non solo l’Italia non uscirebbe dal profondo baratro della crisi, ma questa si aggraverebbe ancor più, perché in gioco non ci sarebbe solo il destino di un popolo, ma la gestione delle sue ricchezze, delle sue risorse e del suo potenziale che passerebbero direttamente sotto il controllo di Bruxelles, naturalmente sotto la supervisione tedesca.
Fantasie? Forse. O forse no.
- I servizi pubblici, come la sanità e le politiche sociali, sono in parte finanziati del debito pubblico. ↩
COMMENTI (1)
Inviato il 31 dicembre a 18:59
Italy ..BELIN l'Italia POLITICA e TECNICA POLITICA attuale è nella merd. cloaca immensa! Ed i politici giocano in giochi perversi di kaviar scat..tirandosi addosso a finta o veramente la cacca ! Che sporca l'Italia pulita ed onesta !E le loro esalazioni immonde si sentono non solo in Italia ma in Europa e nel mondo INTERO ! La vergognosa solita italia dalle stesse facce di .... ancora all'opera! Morando