Anche quest’anno il MERAC PRIZE va ad un’astrofisica italiana! La fondazione MERAC (Mobilising European Research in Astrophysics and Cosmology) è una organizzazione no-profit, avviata nel 2012, con lo scopo di riconoscere e supportare giovani astronomi europei.
Ogni anno MERAC assegna tre premi, uno per chi ha eccelso nel campo dell’Astrofisica Teorica, come è il caso di Michela Mapelli, e gli altri due a chi si è distinto in Astrofisica Osservativa e nelle Nuove Tecnologie Strumentali o Computazionali.
Dopo il dottorato alla SISSA di Trieste nel 2006, Michela ha svolto un post-dottorato all’Università di Zurigo e poi all’Università di Milano Bicocca. La sua esperienza in INAF è iniziata nel 2011, come ricercatrice presso l’Osservatorio Astronomico di Padova
La fondazione MERAC ha voluto premiare il lavoro di Michela Mapelli principalmente per la sua natura eclettica. Nella carriera fin qui svolta Michela ha, infatti, affrontato problemi che vanno dallo studio della materia oscura alla formazione dei buchi neri massicci, dalla dinamica delle galassie alla formazione stellare. Le motivazioni del premio pongono l’accento in particolare su uno dei suoi lavori più recenti riguardante la formazione stellare al centro della nostra Galassia, la Via Lattea.
«Nel lavoro premiato dalla fondazione MERAC – spiega Michela Mapelli – ho studiato la formazione stellare nelle vicinanze di un buco nero. Sappiamo che le stelle si formano all’interno di grandi nubi molecolari per collasso gravitazionale della materia che le compone. Tuttavia, al centro della nostra galassia, una nube molecolare dovrebbe essere disgregata dalle forze mareali del buco nero, impedendo quindi la formazione di nuove stelle. Invece, le osservazioni mostrano che stelle molto giovani e molto brillanti si trovano proprio ad un passo dal buco nero! Queste stelle devono essersi formate attraverso un meccanismo ‘esotico’, diverso dai processi di formazione che conosciamo. Nel mio studio, ho simulato al computer il processo di disgregazione di una nube molecolare da parte del buco nero. Le simulazioni mostrano che, mentre la nube molecolare è fatta a pezzi dal buco nero, i suoi resti danno vita a un disco di gas estremamente denso, che si dispone in orbita attorno al buco nero: è in questo disco che si possono formare le nuove stelle. Potremmo quindi dire che le stelle che si trovano a un passo dal buco nero si sono formate dal ‘canto del cigno’ di una nube molecolare, mentre questa viene distrutta dal campo mareale del buco nero».
Il lavoro di Michela si basa quindi sull’uso di modelli numerici e di computer super potenti. E qui entra in gioco proprio l’ambito dell’Astrofisica Teorica. «L’Astrofisica Teorica cerca la chiave per interpretare l’Universo attraverso dei modelli fisici, matematici e/o numerici» dice Michela Mapelli. «L’Italia in generale, e INAF in particolare, ha una forte tradizione nel campo dell’Astrofisica Teorica, come dimostra anche il fatto che solo due anni fa il premio MERAC per l’Astrofisica Teorica è stato assegnato a Gabriella De Lucia dell’INAF di Trieste. L’Astrofisica Teorica è un fiore all’occhiello di INAF, che andrebbe valorizzato in ogni modo».
Insomma un premio pretigioso che sottolienea l’alto valore scientifico dei ricercatori italiani ma anche il loro impegno nonostante le difficoltà che si trovano ad affrontare: «Ne sono estremamente felice, sorpresa e onorata. Vorrei dedicare il premio ai giovani astrofisici italiani, che si trovano in una situazione stagnante dovuta molto spesso a mancanza di fondi, alla precarietà o al blocco delle carriere. Ringrazio poi coloro che hanno presentato e supportato la mia candidatura, tre astrofisici italiani per cui ho profonda stima, e ringrazio anche i miei giovani collaboratori, post-doc e studenti, che danno un contributo fondamentale alla mia ricerca e mi motivano ad andare avanti».
Fonte: Media INAF | Scritto da Caterina Boccato