È da un’ora che Teresa ride a crepapelle mentre impasta una doppia porzione di crespelle.
- Almeno mi dai una ragione? Perché ridi e non mi parli della tua opinione?
- Aspetta un attimo!, dice sventolando un cucchiaio grande e tondo e lesta infila una crostata gigante dentro il forno.
Non c’è niente da fare, Teresa stasera non riesce a parlare per quanto ride e si dà da fare.
-Preparo torte per i figli degli operai licenziati, tiro la pasta e sbatto uova, è da stamane che per evitare di pensare trito pistacchi, mondo prezzemolo cipolla e agli: come sempre si parla dei soliti tagli!-
Alza al massimo il volume della radio che, verde pisello, troneggia al centro di un largo sgabello: oggi non vuol proprio parlare.
Lei ci gira attorno ma io lo so che pensa ai fatti del giorno.
-Perché sono ancora gli operai di Termini Imerse a farne le spese? Quanto denaro ha avuto quell’azienda per continuare la produzione? E perché il Governo la lascia andare in delocalizzazione?-
Ecco che Teresa ha deciso di parlare.
Non ama stare sempre qui a giudicare mentre il nuovo Governo si dà da fare, ma ci sono cose che non può proprio digerire, soprattutto quando poi si parla di equità e giustizia sociale.
Non è il nuovo esecutivo che sbaglia, questo lo sa di sicuro, certo sì, potevano eliminare i privilegi dei parlamentari ma che dobbiamo fare, sono sempre esseri umani.
È l’economia, è questo capitalismo osceno che non funziona, e i capi lassù ancora non si vogliono rassegnare e basano i loro studi sulla stramaledetta produzione.
Si dà da fare attorno alla pizza di ricotta e spinaci e saltella nervosa come stesse sulle braci.
Ha ridato indietro la sua carta di debito e ha deciso che mai più comprerà a credito, dice anzi che da oggi rinuncerà quasi a tutto, la pare di avere abbastanza, è certa di avere un mucchio di cose di cui potrebbe fare senza.
-Non è giusto sentirsi appagati per uno stupido acquisto!- e apre bauli e armadi, cassetti e ripostigli che tracimano di abiti e gingilli.
Sì, mi sarei aspettata qualcosa di meglio dalla sostituzione del Presidente del Consiglio!
Girano tante voci e per la verità sono tutte atroci: tassa sugli animali e ici, approvazione di leggi e tagli che se andiamo avanti così, ci conviene sul serio fare i bagagli.
E comunque sai che non piace entrare in queste beghe senza senso, tu che mi hai creata sai come la penso.
Più vado avanti più credo che dovremmo ritornare a rivedere tutto.
Attorno a un tavolo dovrebbero chiamare Guru illuminati, scienziati, economisti e monaci tibetani, anche San Francesco potrebbero invitare per la teorizzazione di un nuovo “valore”.
Non possiamo più basare la nostra economia sulla produzione di beni di consumo, in caso contrario, vedremo la nostra civiltà andare in fumo.