Il cantiere della TAV a Firenze e le procedure per lo smaltimento delle terre e rocce da scavo, regolate dal d.m. 161/2012, sono al centro di una recente interrogazione con richiesta di risposta scritta da parte della Commissione europea, che è stata avanzata da Sonia Alfano, membro del Parlamento europeo all’interno del Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (consulta il Dossier Terre e Rocce da Scavo).
Alfano ha sollecitato una risposta da parte della Commissione, ricordando come lo scorso 16 luglio 2012 l’Associazione Idra Onlus abbia inviato al Commissario Potočnik “delle circostanziate osservazioni” riguardanti il decreto 161/2012 relativo al regolamento sulle terre e rocce da scavo e alle procedure di smaltimento dei materiali di risulta, legato alla realizzazione delle cosiddette grandi opere.
“Da tali osservazioni”, si legge nella interrogazione della Alfano, “emerge con preoccupazione come da tempo si tenti di escludere dalla nozione di rifiuto — così come fissata dalle direttive europee — le terre e rocce da scavo e matrici di riporto, pur se fortemente contaminate, e di derubricarle a «sottoprodotti» riciclabili” (leggi anche Terre e rocce da scavo, lo strano caso dei sottoprodotti a “termine”).
“In questa maniera”, continua la richiesta di chiarimenti a Bruxelles, “questi materiali diverrebbero facilmente oggetto di smaltimenti inadeguati e dannosi per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini” .
Secondo la parlamentare europea “non sono da escludere, come emerge dal rapporto Ecomafie 2012 di Legambiente, forti interessi da parte della criminalità organizzata mafiosa a questo genere di attività” (leggi anche Ecomafia, un business da 16 miliardi di euro con cemento e rifiuti).
Nello specifico, l’Associazione Idra ha sollevato dubbi sulla correttezza delle procedure di smaltimento delle terre e rocce da scavo, nei progetti di cantieri TAV che riguardano Firenze, il cui centro storico è dal 1982 patrimonio dell’UNESCO, evidenziando i rischi ambientali e le incertezze che ancora oggi caratterizzano gli scenari di trasporto e smaltimento dei materiali di scavo e delle eventuali sostanze inquinanti presenti.
E un’occasione per approfondire i contenuti del decreto 161/2012, chiarendo dubbi e perplessità è offerta dal seminario Terre e rocce da scavo, le novità introdotte dal decreto 161/2012, che si terrà il prossimo 21 marzo a Roma, condotto da due esperti del tema: il geologo Roberto Pizzi e l’avv. Enzo Pelosi. La quota di iscrizione, di appena 90 euro, comprende oltre al materiale didattico e al coffee break, anche la consegna a tutti i partecipanti una copia del recente volume Terre e rocce da scavo – Manuale pratico per l’utilizzo dopo le novità del DM n. 161/2012.
di Mauro Ferrarini