Un vero terremoto in casa Apple. Il colosso di Cupertino, California, avrebbe evaso almeno 74 miliardi di dollari negli Stati Uniti e nel mondo tra il 2009 e il 2012. Questa l'accusa del Congresso di Washington, secondo quanto riporta la stampa americana, dopo una indagine parlamentare.
Dal rapporto emerge che il gruppo fondato da Steve Jobs avrebbe creato una complessa struttura di filiali all'estero, residenti in paradisi fiscali o in Paesi con esenzioni sulle imposte, come Irlanda e Olanda, per cercare di evadere il fisco e pagare meno tasse. Alcune di queste sussidiare risultano praticamente inesistenti, in termini di dipendenti ed attività.
Se le accuse dovessero essere vere, Apple si troverebbe a pagare una multa esorbitante al fisco Usa, (altro che i 6 miliardi di imposte versati del 2012!). Nelle prossime ore l'amministratore delegato, Tim Cook, è atteso davanti al Senato. "Apple - si legge nella nota del gruppo - paga tutte le tasse richieste in questo Paese e all'estero". Il gruppo ricorda di essere la maggior impresa contribuente negli Stati Uniti e nega ogni pratica scorretta: "Apple non usa espedienti fiscali" e "non tiene i soldi su un isola dei Caraibi, e non ha un conto bancario nelle Isole Cayman. Apple ha una notevole quantità di contante estero perché vende la maggior parte dei suoi prodotti al di fuori dei confini nazionali. Le operazioni internazionali rappresentavano il 61% dei ricavi del gruppo".
Solo la settimana scorsa Cook aveva rilasciato una intervista al Washington Post in cui illustrava la sua intenzione di proporre una "decisa semplificazione" delle tasse imposte alle aziende durante la sua testimonianza davanti al Congresso, prevista per oggi. Il numero uno del colosso di Cupertino aveva dichiarato di voler presentare una serie di proposte specifiche volte a incoraggiare le aziende statunitensi a riportare negli Stati Uniti i profitti generati all'estero e investire quei soldi nella creazione di nuovi posti di lavoro e nell'area di ricerca e sviluppo.
Secondo un report di JP Morgan sono oltre mille le compagnie a stelle e strisce che generano circa 1.700 miliardi di dollari oltre i confini nazionali. E Apple è una di queste. "Negli Stati Uniti circa il 35% va in tasse - ha dichiarato il successore di Steve Jobs alla guida di Apple - non stiamo proponendo che si arrivi a zero, ma credo che debba arrivare a una somma ragionevole".