Un forte terremoto di magnitudo 7,5 ha scosso Pakistan ed Afghanistan nel pomeriggio. Al momento si parla di 180 vittime, mentre i feriti sarebbero 200.
14.30 di lunedì 26 ottobre. Questo è il momento in cui la terra ha iniziato a tremare in Pakistan e Afghanistan. Un terremoto davvero molto intenso, che ha fatto registrare un magnitudo di 7,5 sulla scala Richter. A renderlo noto è l’Usgs, l’istituto sismologico amercicano, e conferme sono arrivate anche dal Dipartimento Meteorologico Indiano e dall’osservatorio di Hong Kong. Per ora il bilancio delle vittime è di 180 persone mentre i feriti, secondo quanto riferisce Express Tv, sarebbero circa 200.
Si tratta del secondo grave terremoto che colpisce la zona in appena 10 anni.
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Come purtroppo succede sempre in casi di questa entità i numeri, soprattutto all’inizio, vanno presi con le pinze, anche se le prime stime non lasciano buone speranze. Gli esperti affermano che il numero delle vittime potrebbe crescere ancora e che le prossime ore saranno decisive per recuperare i dispersi. Le zona di montagna sono certamente fra le più colpite e i pochi collegamenti con le città più grandi sono al momento non praticabili. In Afghanistan le zone che hanno fatto registrare i danni maggiori sono le province di Badakhshan, Nangarhar e Takhar, dove 12 ragazze sono rimaste uccise calpestate durante la fuga dalla loro scuola. Il Pakistan, in cui i morti sarebbero più di 70, è stato colpito soprattutto nella parte nord-occidentale. La scossa inoltre si è fatta sentire anche in India, mentre fortunatamente il Nepal, colpito già lo scorso aprile da un terremoto devastante, non ha riportato conseguenze.
Si tratta della seconda drammatica scossa di terremoto che avviene nel giro di appena 10 anni fra Pakistan ed Afghanistan. L’8 ottobre del 2005 una scossa di magnitudo 7.6 aveva distrutto la provincia di Khyber Pakhtunkwa e la regione di Kashmir. 87 mila morti e 2,8 milioni di senzatetto erano stati i numeri catastrofici di allora.
Il governo pakistano ha dichiarato l’emergenza e mobilitato tutte le agenzie nazionali, e si pensa che nel giro di poche ore potrebbero arrivare i primi aiuti internazionali per far fronte alle esigenza di natura più immediata.
D.G.
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