Terremoto Nepal, tanta paura, lenti gli aiuti

Creato il 28 aprile 2015 da Cren

Migliaia di persone stanno lasciando Kathmandu sotto un pioggia fredda. Cercano di tornare ai loro villaggi, hanno paura di altre scosse o di epidemie. Bus stracarichi, camions, auto, anche gente a piedi come nei tempi passati. Dai villaggi, portando con canne di bambu i morti e con sedie sulle spalle i feriti vi è un altro flusso verso centri di raccolta allestiti, lentamente, fra le colline. E' stata raggiunta Barphak, considerato uno degli epicentri del sisma e anche molti villaggi fra cui quelli distrutti di Sindhupalchowk, ai confini con il Tibet e sotto l'Himalaya, in cui si contano oltre 1500 vittime.
Lentamente gli aiuti arrivano fra gli sfollati e ai villaggi, ma la preoccupazione è nell'immediato futuro sia per la situazione sanitaria, cibo e acqua.
A Dhulikel i feriti di Kavre sono raccolti nell'ospedale che fatica a trovare il diesel per i generatori.
A Kathmandu è stata ritrovata ancora viva, dopo 33 ore una donna Sunita Sitoula, le squadre di ricerca giunte da molti paesi e attrezzati continuano le ricerche. Intorno a Pashupatinath, miracolosamente intatta, vengono bruciati i cadaveri. Più a oriente, sempre nella Valle, la cittadina di Sankhu e il suo tempio a Vajra Jogini sono distrutti.
A Kathmandu, il business non muore, si affittano droni, macchine per passare la notte, tende. La lentezza dei flussi d'aiuti (specie tende, coperte, cibo e acqua) bloccate all'aeroporto e l'assenza organizzata delle istituzioni (governo e UN) sta facendo incazzare la gente. Ieri manifestazione di protesta a Naxal, sul web compaiono le foto dei leader politici con una malla (collana) di scarpe vecchie, quella che si mette al collo dei malfattori.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :