Ora il tentativo è quello di far dimenticare l’orrore emiliano quanto prima, più velocemente di quanto abbiamo rimosso dalla mente le macerie de L’Aquila che pure stanno ancora lì. E allora guai ad annullare la parata del 2 giugno, guai a fermare la visita a Milano del Papa: qualcuno potrebbe pensare che la situazione sia davvero grave. Berlusconi disse che parlare di mafia equivale a farle pubblicità. Amici di sinistra mi accusano di fare pubblicità a Casapound quando ne denuncio i comportamenti. Ci sarebbe da supporre che rischiamo di fare pubblicità al terremoto e alla miseria economica e sociale che ci sta pian piano strangolando soltanto parlandone. Meglio infilare la testa nella sabbia. Solo che, per far questo, siamo costretti ad assumere una posizione corporea poco tranquillizzante.
Luca Craia