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Qualcuno mi odierà per quello che sto scrivendo, ma non posso fare a meno di dire la mia sulla questione alcolici e giovani. Ultimamente si parla tanto di allarme giovani ed alcol, ragazzi/e minorenni che si ubriacano fino ad andare in coma etilico...un problema vecchio come la notte dei tempi ma che, puntualmente, ogni estate trova modo di venire alla ribalta!
Quello che ho notato, e che mi ha spinta a scrivere questo post, è il terrorismo che viene fatto attorno al tema alcol: se una sera un ragazzo beve fino ad ubriacarsi, è considerato un alcolizzato; un bicchiere di vino distrugge milioni di cellule del cervello; un bicchiere di alcol toglie 5 anni di vita. Per non parlare della decisione di proibire gli alcolici alle feste paesane, oppure di aumentarne il prezzo, o di dedicare una serata senza alcol...mettendo in atto così il proibizionismo che, come si sa, non ha mai risolto i problemi. Concordo con il fatto che l'alcol è una sostanza tossica e che crea dipendenza; quello che non bisogna fare è criminalizzare il singolo bicchiere.
Il problema dei giovani ubriachi esiste da sempre: pure i nostri nonni bevevano da giovani e si ubriacavano anche loro. Questo non vuol dire che io sono favorevole alle sbornie, ma solo che non ci dobbiamo scandalizzare. Ma a differenza dei tempi dei nostri nonni, i ragazzini di oggi non conoscono quello che bevono; vedono l'alcol come qualcosa di proibito e pericoloso...e durante l'adolescenza tutto quello che è proibito e pericoloso bisogna provarlo. "Ogni generazione ha i suoi giovani ribelli ed ogni generazione ha una madre in pena": non so chi l'abbia scritta, ma concordo in pieno.
Quello che manca oggi è una cultura del bere. I nostri nonni, fin da piccoli, vedevano sempre un fiasco di vino sul tavolo durate il pranzo e la cena; così, una volta cresciuti, "testavano" la loro capacità di tolleranza all'alcol in un ambiente protetto come quello domestico, dove al massimo avevano delle difficoltà a salire le scale per andare a dormire. Ora, invece, se si presenta a tavola una bottiglia di vino o di amaro i genitori sgranano gli occhi scandalizzati; poi, se il giovane prova ad assaggiarlo, si scatena il pandemonio. Così, una volta fuori casa, il ragazzino beve quello che a casa gli viene proibito e, non conoscendo la propria tolleranza fisica all'alcol, si ubriaca con poco niente.
Diciamo, inoltre, che in vendita ci sono alcolici e vini scadenti, con dentro di tutto. Vi assicuro che bere del buon vino, servito alla temperatura giusta, difficilmente vi fa ubriacare; ma se mescolate vini diversi, con gradazioni diverse...il cerchio alla testa è assicurato (Vinitaly è famoso per questo)!
Non credo che il problema sia il giovane che si ubriaca una sera, ma il giovane che si ubriaca tutte le sere. Lì si può parlare di allarme e lì si può iniziare a parlare di alcolismo che, ricordiamolo, è un problema che ha anche cause psicologiche, oltre che "liquide". Vorrei ricordare che l'alcolismo non riguarda solo la singola persona, ma anche l'ambiente familiare...ed il problema non è solo del singolo, ma di tutta la famiglia. Se si vuole aiutare qualcuno ad uscire dal tunnel dell'alcolismo, proibire l'alcol non serve a nulla; ci si deve rivolgere a strutture specializzate nella cura del problema e non tentare il "fai da te".
Lo so già quello che state esclamando: "da che pulpito viene la predica...", visto che ben sapete che sono stata cresciuta a grappa. Ma dovete anche sapere che ho visto con i miei occhi gli effetti dell'alcol su giovani che non avevano ma bevuto nella loro vita ed è proprio per questo che si dovrebbe insegnare ai giovani a conoscere quello che stanno bevendo (come anche quello che mangiano).
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