l'articolo originale
In Italia siamo specializzati in figuraccie!!
Ma immaginatevi lo sceicco siriano e l’ingegnere francese che si ritrovano inspiegabilmente sotto processo accusati di preparare un attacco terroristico a base di granate!
Vabbè, magari la loro fedina penale non era linda perchè già in passato hanno agevolato immigrati clandestini, ma un conto è cercare di aiutare dei poveretti che provano a venire in Italia, e un conto e progettare attentati!!!
Ma alla fine niente di fatto: tutti a casa e accuse cadute!
Ma come mai tutto sto casino, allora?
Niente: quando hanno acquistato dei melograni, la parola è stata tradotta erroneamente in “granate”!!
Che figuraccia…
Dal TGCom del 21 Gennaio 2011. A questo indirizzo l’articolo in tutto il suo splendore di autenticità.
Erano sotto processo con l’accusa di terrorismo, ma in aula al tribunale di Bari lo sceicco-imam siriano Ayachi Bassam, 65 anni, e l’ingegnere francese Gendron Raphael Marcel Frederic, 36 anni, sono stati scagionati dalle perizie. Per un errore di traduzione, il loro discorso relativo all’acquisto di una tonnellata di melograni (che in francese di dice “pommegranate”) era diventato un piano di attacco terroristico con granate.
E così, giovedì nell’aula del tribunale di Bari dove si teneva il processo contro i due, detenuti, c’è stato un vero e proprio colpo di scena. I due accusati al porto di Bari avevano parlato di “romlan”, in arabo, lingua che usavano mescolata al francese. Quella parola secondo i periti della Corte d’Assise e della difesa vuol dire “melograni” appunto e non “granate”. I due avrebbero parlato quindi di una tonnellata di frutta da comprare e non della preparazione di attentati in Inghilterra e Francia.
Sono 35 le frasi intercettate e interpretate dall’accusa come indicative di attività terroristiche, ma secondo le perizie parecchie sarebbero incomprensibili o addirittura tradotte male.
La Digos aveva sequestrato ai due indagati anche diversi dvd (dentro, il testamento di un kamikaze, scene di addestramento militari, manuali di combattimento) e sei pennette di memoria.
In aula, Gendron ha parlato in italiano del suo lavoro come direttore di un centro islamico, spiegando che le sue pennette venivano usate da chiunque passasse per il centro. Ayachi ha parlato in arabo: “Non capisco come mi sono trovato in questa situazione” ha detto il siriano spiegando di avere tre mogli e 12 figli: nelle pennette, ha detto, aveva foto della sua famiglia. I due erano stati arrestati nel novembre 2009 al porto di Bari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato per cui sono già stati condannati a quattro anni e sei mesi di reclusione ciascuno: nel loro camper proveniente dalla Grecia c’erano cinque immigrati irregolari.