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Terry Hayes: Pilgrim

Creato il 24 febbraio 2014 da Fabriziofb

 

pilgrim
Prima dell’attacco alle Torri Gemelle, Scott Murdoch è stato uno dei migliori uomini della CIA. Un agente tra i più giovani e dotati. Poi ha deciso di ritirarsi. È scomparso nell’ombra, lasciandosi alle spalle solo un saggio di tecnica investigativa, un manuale per addetti ai lavori che si spinge “ai limiti della tecnologia, della scienza e persino della credibilità”(1). Proprio questo testo, pubblicato sotto falso nome e con la creazione di un’elaborata storia di copertura, permette al sagace tenente Ben Bradley del NYPD di rintracciare Murdoch e richiedere la sua collaborazione nelle indagini su un omicidio all’apparenza banale ma in realtà complicatissimo; un delitto tanto ben pianificato da sembrare studiato a tavolino con l’aiuto del famigerato manuale. Coinvolto nell’indagine, in breve tempo Murdoch, nuovo nome in codice Pilgrim, si ritroverà reintegrato dalla CIA, e si metterà sulle tracce del “Saraceno”, un pericoloso terrorista che minaccia la sopravvivenza degli Stati Uniti (e forse quella dell’intero “mondo libero”) con una potentissima arma biologica: una mutazione del buon vecchio virus del vaiolo.

 

Raccontato in parte in prima persona dal protagonista, in parte in terza persona da un narratore esterno, il romanzo, piuttosto classico da un punto di vista strettamente narrativo(2), deve il suo funzionamento al ritmo serratissimo -a bersi le quasi 900 pagine di Pilgrim non ci vogliono più di tre o quattro giorni, e a tratti si procede a un ritmo di un’ottantina di pagine l’ora- e alla trama di ottima fattura e sempre ad alta tensione: un po’ CSI, un po’ Homeland e un po’ Strike Back, Pilgrim vira bruscamente dal poliziesco alla spy story, dal thriller al giallo quasi-classico(3), all’avventuroso ecc., mescolando i generi senza risultare frammentario, e senza mai perdere l’attenzione del lettore. Certo, l’aspetto ideologico della vicenda è abbastanza sospetto: sotto un certo punto di vista, Pilgrim pare il classico prodotto da costruzione e consolidamento del consenso. Il protagonista, portatore di una riposante forma di manicheismo, ce l’ha coi mussulmani, con i giapponesi, con i nazisti, con la polizia turca, con le banche svizzere, i doganieri italiani, le autorità bulgare, ecc., e ripropone la solita visione degli USA come garanti della pace e della democrazia nel mondo; ma, d’altra parte, la critica si applica anche a buona parte della produzione del cinema action prodotto negli Stai Uniti (ovvero buona parte del cinema action tout court). Comunque, su una cosa non si discute: se quello cercate è un romanzo d’intrattenimento veloce, ben costruito e ben scritto (merito anche di una traduzione senza sbavature, a dispetto delle numerose incursioni in ambiti linguistici specifici) Pilgrim è il libro che fa per voi…

Il romanzo Pilgrim, di Terry Hayes, è proposto ai lettori italiani da Rizzoli nella traduzione di Laura Bortoluzzi e Silvia Cavenaghi.

 

(1)Terry Hayes, Pilgrim, Rizzoli, Milano 2013, p. 31. Traduzione di Laura Bortoluzzi e Silvia Cavenaghi.
(2)”Solita” narrazione che riprende la tecnica del montaggio incrociato, “solite” scelte di focalizzazione per costruire effetti sorpresa, “soliti” tagli -particolarmente ben calcolati- per interrompere l’azione sul più bello e incalzare la lettura. Inedito, però (sicuramente per quantità, e probabilmente anche per qualità) il grandioso mash-up di generi, che testimonia le capacità tecniche dell’autore, qui alla sua prima prova narrativa, ma già sceneggiatore di cult quali Ore 10: calma piatta, Mad Max, From Hell ecc.
(3)Hayes non si fa proprio mancare niente: neppure l’antica villa con i suoi passaggi segreti…


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