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Terry Pratchett e Neil Gaiman: Buona Apocalisse a tutti!

Creato il 18 agosto 2012 da Martinaframmartino

Terry Pratchett e Neil Gaiman: Buona Apocalisse a tutti!Questo è un articolo su un libro che non ho letto. Qualche tempo fa una persona che conosco mi ha chiesto quanti libri leggo. In realtà sono meno di quelli che vorrei leggere, e questo è uno di quelli che da anni staziona in lista d’attesa. Ogni giorno siamo un po’ più ignoranti, e leggere un particolare libro è sempre più difficile. Può sembrare paradossale, ma se ci pensiamo tutti i giorni (va bene, tranne i sabati, le domeniche, i festivi, il mese di agosto e una quindicina di giorni a cavallo fra dicembre e gennaio) vengono pubblicati diverse decine di libri. Sono circa 60.000 libri l’anno, perciò per rimanere in pari con quanto viene pubblicato dovremmo leggere 164 libri al giorno. Ovvio che rimaniamo un pochetto indietro, e quando un libro viene lasciato indietro le probabilità che venga ripescato diventano sempre più esigue. Succede, ma è più facile leggere un libro vecchio di cui fino a pochi istanti prima ignoravamo persino l’esistenza che un libro che vorremmo leggere da anni. Ha aspettato tanto, cosa sarà mai un’altra piccola attesa? E in rapporto a quanto potremmo leggere noi diventiamo ogni giorno più ignoranti.

Ho scritto questo articolo per FantasyMagazine nel 2007, quindi ora mi fa un po’ effetto rileggerlo. Ho modificato un paio di dettagli perché non erano più attuali, ma per il resto questo è ciò che ero capace di scrivere (e ciò che mi sentivo di pubblicare, ora sono molto più rilassata anche come toni, e spesso – soprattutto qui – non mi vergogno di fare la fan) cinque anni fa.

 

Terry Pratchett e Neil Gaiman hanno molto in comune. Sono entrambi sudditi di Sua Maestà la regina Elisabetta, hanno cominciato la loro carriera come giornalisti, sono diventati due fra i più amati autori contemporanei di fantasy e soprattutto hanno firmato un libro insieme. Si tratta di Buona Apocalisse a tutti!, scritto a quattro mani nel 1990 e arrivato in Italia nel 2007. Ma se il creatore del Mondo Disco si era già totalmente dedicato all’attività di romanziere, per Gaiman si trattava della prima prova in questo tipo di narrativa.

Terence David John Pratchett, più noto come Terry Pratchett, è nato a Beaconsfield, in Inghilterra, nel 1948. La sua passione e il suo talento per la scrittura sono precocissimi, al punto da riuscire a pubblicare il primo racconto a soli tredici anni, sul giornale della scuola. Due anni più tardi quel racconto sarà ripubblicato dalla rivista specializzata Science Fantasy.

Nel 1965, a diciassette anni, lascia la scuola per diventare un giornalista, e nel 1971 pubblica il suo primo romanzo, Il Popolo del Tappeto. Non si sente ancora di abbandonare, però, un lavoro sicuro per quello incerto della narrativa, e nel 1980 diventa addetto all’ufficio stampa della Central Electricity Generating Board. Sotto la sua responsabilità ci sono diverse centrali nucleari. Anni dopo, interrogato in proposito, ha dichiarato che avrebbe certamente scritto un libro su quest’esperienza se fosse stato convinto di poter trovare almeno un lettore disposto a credergli.

È con Il colore della magia, uscito nel 1983, che vede la luce la saga che lo ha reso famoso in tutto il mondo, quella del Mondo Disco. Al successo del libro contribuì una lettura in sei puntate effettuata dalla BBC. Lettura che, visto l’enorme successo, verrà effettuata anche per un successivo romanzo, L’arte della magia.

Nel 1987 Pratchett decide di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno, e i numeri gli daranno ragione. Con le sue trentasei storie ambientate sul Mondo Disco, alle quali si aggiungono altri undici romanzi di diversa ambientazione, Terry ha superato le trenta milioni di copie vendute al mondo (ehm… questo in realtà è un dato vecchio di cinque anni, intanto Terry ha venduto un bel po’ di altri libri).

Inventore del genere fantastico-comico, Pratchett è stato spesso paragonato dalla critica al Douglas Adams di Guida galattica per autostoppisti. I suoi romanzi ricchi di elementi paradossali riprendono spesso gli elementi tradizionali della fantasy osservandoli dai punti di vista più insoliti.

Ladri che rubano solo su appuntamento, ragazzi che diventano apprendisti della Morte, assassini che pagano le tasse e streghe attempate ma molto intraprendenti sono solo alcuni dei personaggi che popolano i suoi libri. Del resto, se il mondo è piatto come una pizza geologica ed è sorretto da quattro elefanti magici che a loro volta si trovano sul guscio di una tartaruga, è evidente che agli dei piace scherzare.

Il tutto accompagnato da una forma espressiva brillante e ricca d’invenzioni linguistiche.

 

Neil Gaiman, di dodici anni più giovane, ha esordito come giornalista, specializzandosi in articoli sul mondo del rock. Il suo primo libro, scritto nel 1984, è una biografia dei Duran Duran.

Attivo anche come sceneggiatore televisivo e radiofonico, ottiene la celebrità negli anni ’80 grazie alle sceneggiature della serie a fumetti Sandman. Il numero 19 in particolare, A Midsummer Night’s Dream vince il Premio Nebula come miglior racconto breve di fantascienza nel 1990.

Ed è proprio a quell’anno che risale il suo esordio nel genere del romanzo, con la pubblicazione di Good Omens, realizzato congiuntamente da lui e da Terry Pratchett.

Per poter leggere una storia interamente scritta da lui bisogna aspettare Nessun dove, adattamento di una sua serie televisiva e datato 1996. La vicenda è ambientata in una Londra sotterranea affascinante e inquietante al tempo stesso.

Il romanzo successivo è un testo per ragazzi, ennesimo segno della poliedricità dell’autore. Si tratta di Stardust, pubblicato nel 1998.

Nel 2002 arrivano tre fra i riconoscimenti più ambiti per un autore di fantascienza, i premi Hugo, Nebula e Bram Stoker conquistati con American Gods, dato alle stampe l’anno prima.

Questo stesso mondo, nel quale Odino in persona vive in mezzo ai comuni mortali, si ritrova anche nell’ultimo romanzo di Gaiman, I ragazzi di Anansi.

Buona Apocalisse a tutti!, che nell’edizione originale porta il sottotitolo diLe simpatiche e accurate profezie di Agnes Nutter, strega, è quasi una parodia dei film sull’Anticristo girati negli anni ’70, il più famoso dei quali è Il presagio, diretto da Richard Donner nel 1976.

 

Questa la quarta di copertina:

“Presi separatamente Terry Pratchett e Neil Gaiman sono due semidivinità letterarie. Insomma, più o meno. Ma basta metterli insieme perché scoppi l’inferno! Nell’aria si respira una evidente brezza apocalittica. Sulla base delle Profezie di Agnes Nutter, Strega (messe per iscritto nel 1655 — grazie a Dio! — prima che Agnes facesse saltare in aria tutto il villaggio riunito per godersi il suo rogo), il mondo finirà di sabato. Sabato prossimo, per essere proprio precisi.

È per questo motivo che le temibili armate del Bene e del Male si stanno ammassando, che i Quattro Motociclisti dell’Apocalisse stanno scaldando i loro poderosissimi motori e sono pronti a lanciarsi per strada, e che gli ultimi due scopritori di streghe si preparano a combattere la battaglia finale, armati di istruzioni clamorosamente antiquate e di innocue spillette. Atlantide sta emergendo, piovono rane dal cielo. Gli animi si surriscaldano? Bene bene. Tutto sembra proprio andare secondo il Piano Divino. Non fosse che un angelo un filo pignolo (ma giusto un filo, per carità) e un demone che apprezza la bella vita — ciascuno dei quali ha passato tra i mortali sulla Terra parecchi millenni e si è, come dire?, affezionato a usi e costumi umani — non fanno esattamente salti di gioia davanti alla prospettiva dell’incombente catastrofe cosmica.

E allora, se quei due (Crowley e Azraphel) vogliono che quanto profetizzato non si compia, devono mettersi al lavoro subito per scovare e uccidere l’Anticristo (mica una bella cosa, visto che è un ragazzino simpaticissimo). Ma c’è un piccolo problema: sembra proprio che qualcuno lo abbia scambiato con qualcun altro… Buona Apocalisse a tutti! è una favola surreale e dark, eccessiva e divertentissima, che ricorda molto il miglior Douglas Adams e i Monty Python al culmine della loro follia creativa e le cui lodi saranno cantate sino alla Fine dei Tempi da tutti: devoti e dannati.”



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