Che abbiano scelto, Fini e Casini, di quale morte morire? Con il placet di Rutelli, Fli e Udc (quindi Api, Mpa, Libdem, La Malfa e Guzzanti del gruppo misto) presenteranno il 14 dicembre una mozione di sfiducia al governo. Che suona, a dire il vero, come un monito al PresDelCons e al Capo dello Stato: “Le elezioni adesso no. Tutto, fuorché le elezioni”. Perché tanta fretta, del resto, quando c’è una terza via che può accontentare il terzo polo? Rutelli la chiama “area di responsabilità nazionale”, ma, a conti fatti, si tratta di un espediente fugace. E prevedibile, se solo si fosse prestata maggiore attenzione alle parole di chi la sa lunga. Si gioca sui numeri: le firme alle mozioni di sfiducia presentate dal Terzo Polo e dal Pd con l’Idv fanno 317 a 310, un allarme per il Cav. Almeno questo è il ragionamento che trapela dalle riflessioni degli esponenti di Fli. Ma è assai improbabile che Berlusconi possa dimettersi prima del 14 e, una volta incassata la sfiducia alla Camera, Napolitano ringrazierà il signor B. e avvierà le consultazioni. Una maggioranza di fatto esiste già: “finiani, Udc, rutelliani e vari di centro”. Il Pd, da par suo, potrebbe garantire un appoggio esterno. Non è fantapolitica, ma il pensiero di Paolo Guzzanti. Roba di alcuni giorni fa, ad essere precisi, senza escludere un’ulteriore mossa: Berlusconi potrebbe evitare la debacle alla Camera e presentarsi al Quirinale dopo avere ottenuto la maggioranza assoluta al Senato. Il problema è un altro, tuttavia. Mentre tutti i retroscenisti di cui abbiamo tenuto conto in minima parte si alambiccano sulle prospettive post 14 dicembre, gli altri, i duri e puri della politica politicante, ancor peggio, si arrovellano sui sedici motivi (o anche più, forse, c’è sempre chi deve esagerare) per cui vale la pena continuare ad avere fiducia in Silvio oppure no. E di cose così, ci scommettiamo fin da ora, in dieci giorni ne sentiremo a bizzeffe. Le Curve Sud contrapposte alle Curve Nord e chi più ne ha più ne metta. E tutte ‘ste chiacchiere, tocca essere onesti, alla lunga annoiano.
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Che abbiano scelto, Fini e Casini, di quale morte morire? Con il placet di Rutelli, Fli e Udc (quindi Api, Mpa, Libdem, La Malfa e Guzzanti del gruppo misto) presenteranno il 14 dicembre una mozione di sfiducia al governo. Che suona, a dire il vero, come un monito al PresDelCons e al Capo dello Stato: “Le elezioni adesso no. Tutto, fuorché le elezioni”. Perché tanta fretta, del resto, quando c’è una terza via che può accontentare il terzo polo? Rutelli la chiama “area di responsabilità nazionale”, ma, a conti fatti, si tratta di un espediente fugace. E prevedibile, se solo si fosse prestata maggiore attenzione alle parole di chi la sa lunga. Si gioca sui numeri: le firme alle mozioni di sfiducia presentate dal Terzo Polo e dal Pd con l’Idv fanno 317 a 310, un allarme per il Cav. Almeno questo è il ragionamento che trapela dalle riflessioni degli esponenti di Fli. Ma è assai improbabile che Berlusconi possa dimettersi prima del 14 e, una volta incassata la sfiducia alla Camera, Napolitano ringrazierà il signor B. e avvierà le consultazioni. Una maggioranza di fatto esiste già: “finiani, Udc, rutelliani e vari di centro”. Il Pd, da par suo, potrebbe garantire un appoggio esterno. Non è fantapolitica, ma il pensiero di Paolo Guzzanti. Roba di alcuni giorni fa, ad essere precisi, senza escludere un’ulteriore mossa: Berlusconi potrebbe evitare la debacle alla Camera e presentarsi al Quirinale dopo avere ottenuto la maggioranza assoluta al Senato. Il problema è un altro, tuttavia. Mentre tutti i retroscenisti di cui abbiamo tenuto conto in minima parte si alambiccano sulle prospettive post 14 dicembre, gli altri, i duri e puri della politica politicante, ancor peggio, si arrovellano sui sedici motivi (o anche più, forse, c’è sempre chi deve esagerare) per cui vale la pena continuare ad avere fiducia in Silvio oppure no. E di cose così, ci scommettiamo fin da ora, in dieci giorni ne sentiremo a bizzeffe. Le Curve Sud contrapposte alle Curve Nord e chi più ne ha più ne metta. E tutte ‘ste chiacchiere, tocca essere onesti, alla lunga annoiano.
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