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Ma l'ossessione dimostrabile è solo quella di Roberto che , tra l'altro, ha una vita privata che va a rotoli condizionata dai troppi whisky che beve...
Studia maniacalmente il caso, raccoglie indizi , dettagli, prove circostanziali.
Riuscirà a dimostrare la presunta colpevolezza di Gonzalo?
C'è Ricardo Darin e a me già basterebbe così perchè per quanto mi riguarda lo adoro, il George Clooney argentino ( come qualcuno lo ha ribattezzato, evidentemente in vena di burle) basta da solo a illuminare la pellicola in cui è utilizzato.
Ed è il caso di questo Tesis sobre un homicidio, un thriller sui generis che da caso giudiziario si trasforma presto nella storia di una personale ossessione. Di quelle che condizionano la vita.
Roberto Bermudez, il personaggio recitato da Darin, è tanto brillante nella sua professione , quanto maldestro nella sua vita privata, vuota, contrassegnata dalla solitudine a seguito del suo divorzio e dai troppi cicchetti che prende al bar.
Quando ritrova Gonzalo, che aveva conosciuto da bimbetto, scatta in lui un'antipatia radicata , profonda perchè vede in lui quelle qualità che probabilmente lui ha perso col tempo.
E' bello, giovane, talmente sicuro di sè da sembrare un filo arrogante, ha successo con le donne, ha dei bei modi di fare. Sembra sereno, realizzato, sta percorrendo la strada che ha scelto per arrivare a una vita appagante.
Tutto quello che Roberto sembra aver vissuto una trentina di anni prima.
Dicevamo prima che Tesis sobre un homicidio è un thriller sui generis: in un film che si nutre dei meccanismi consoni al genere ci si soffermerebbe sulla vittima, sulle modalità dell'omicidio e invece qui tutto è trattato velocemente, quasi sbrigativamente.
Assistiamo a una sorta di lezione di criminologia: quello che conta sono i dettagli, il delitto perfetto è una questione di meri dettagli. E quindi ci troviamo catapultati nelle indagini di Roberto, radicati nella sua ossessione compulsiva in quanto a dispetto di tutto quello che va insegnando , per lui Gonzalo è colpevole sin da subito. E pian piano comincerà a trovare quei piccoli particolari, i dettagli appunto, che corroboreranno la sua tesi. Perchè la sua è fin dalla partenza una tesi e non un ipotesi.
Il film di Hernan Godfrid, tratto dal romanzo omonimo di Diego Paszkowski, ha il merito di restare sempre nell'alveo di un'ambiguità che non verrà svelata neanche alla comparsa dei titoli di coda.
Si astenga chiunque voglia trovare sempre e comunque un colpevole: qui forse lo abbiamo, forse no.
Gli indizi raccolti da Roberto sembrano probanti ma è veramente andata come dice lui? Forse.
Più di un dettaglio indica che lui ha ragione. E se fosse solo tutto frutto della sua fantasia?
Pur essendo parecchio intrigante dal punto di vista concettuale Tesis sobre un homicidio alla fine appare un po' irrisolto e non solo per un finale legato alla sensibilità dello spettatore.
Irrisolto perchè appare vittima della stessa ambiguità del suo soggetto, indeciso tra ambizioni autoriali , soprattutto nel rappresentare in immagini l'ossessione di Roberto( oggettivamente la parte più debole del film) e meccanismi propri del thriller giudiziario in cui le indagini si ancorano a un passato nebuloso da cui emergono alcuni dettagli, ( sì, ancora loro!) che rafforzano la tesi del protagonista.
Forse alla fine si soffre anche dell'ambiguità del finale: in fondo inconsciamente lo spettatore vuol vedere la soluzione del caso che ha di fronte.
E qui non ce l'ha . Forse.
( VOTO : 6,5 / 10 )
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