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Teslapunk: cos’è?

Creato il 30 ottobre 2015 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Oggi vi racconto di una metropoli grigia. La nebbia la avvolge completamente, tanto che da anni è diventato impossibile distinguere la notte dal giorno. Se qualche coraggioso avesse voglia di salire sulla grande torre galvanica – ben attento a evitare i lampi di corrente blu – potrebbe vedere la grande rete elettrica che la cinge completamente. Ben lontano dalla torre che dona luce e vita a tutta la metropoli, c’è una costruzione ancora più alta: l’uomo che la abita è completamente pazzo. Si definisce uno scienziato. In realtà non è che l’ennesimo mostro che ha deciso, con la propria tracotanza, di elevarsi al di sopra della vita e della morte, sfruttando i poteri dell’energia galvanica, forte del suo genio malato. Se riuscisse nel folle intento di dar vita ai cadaveri e di controllarli, allora sarebbe a un passo dal conquistare la città.
Normalmente, non ti importerebbe. Non si tratta che del solito uomo folle. Banale. Ma lui ha il corpo della tua defunta moglie.
Sei salito sulla torre per ricaricare la Power Gun, gioiello dell’ingegneria galvanica dalla canna rifinita in oro. Le scariche elettriche fanno il loro dovere. Assicuri la pistola alla fondina. Adesso puoi andare.
Questa notte, restituirai la tua donna alla morte.

Lasciamo il nostro eroe senza nome all’inizio della sua notte di vendetta, con i migliori auguri che possa veder avverati i propri desideri.
L’intento di questo piccolo esordio, era semplicemente di elencare in forma narrativa alcuni dei più tipici caratteri del sottogenere chiamato Teslapunk.

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Di cosa stiamo parlando?

Il Teslapunk deriva dal Cyberpunk. Se pensiamo al Cyberpunk, senza bisogno di aver letto grandi cose o giocato al famoso – e omonimo – gioco di ruolo di Mike Pondsmith, cosa ci viene in mente? Futurismo, distopia, corse sul filo del rasoio, il celeberrimo Blade Runner, la dicotomia uomo – macchina, e soprattutto la fondamentale domanda: quanto avanti si può spingere un uomo prima di perdere la propria umanità? Dove risiede l’anima?
Bene. Il Teslapunk prende avvio dal Cyberpunk per mostrarci un mondo (il nostro, o un mondo di fantasia) distopico, “diverso”, sovente più malvagio e crudele. Tipicamente, la cultura e la società che potremmo aspettarci di trovare addentrandoci in un mondo di genere Teslapunk, saranno tipiche del 1800 fino ai primi anni del 1900, lo stesso lasso di tempo in cui si trovò a operare Nikola Tesla, il geniale inventore della corrente alternata, nonchè l’uomo che dà il nome a tutto il sottogenere.

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Quali sono le tematiche?

Il mondo che ci troveremmo davanti leggendo un racconto Teslapunk sarà spesso retrofuturistico (potremmo trovare uomini del 2300 abbigliati con frac e cilindro, che leggono il Times la mattina, ma che senza problemi utilizzano innesti meccanici!), e ovviamente in primo piano avremo grandi invenzioni che prendono le mosse da quelle di Nikola Tesla, il quale affermò più volte, nella sua emozionante battaglia contro Edison, che tramite la sua corrente alternata, la tecnologia sarebbe potuta arrivare a grandi cose, addirittura al teletrasporto e alla clonazione.
La corrente elettrica è spesso gratuita, ad appannaggio di tutti i cittadini. Tipicamente, l’azione si svolge in gigantesche metropoli da cui non si può o non è consigliabile uscire.
Quello Teslapunk è un mondo che spesso ha visto un grandioso progresso tecnologico, ma che dopo un grande disastro sta sempre più marcendo e morendo. Non di rado, è possibile imbattersi in creature, umane o animali, che qualcuno ha pensato bene di “rifinire” con terrificanti arti meccanici animati dall’energia Tesla.
Claustrofobia, ansia, colori opachi screziati del blu dei lampi che avvolgono le cime delle torri elettriche da cui dipende la vita di tutti gli abitanti della città: questi e molti altri i sentimenti e i colori che è possibile trovare nel Teslapunk.

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Quali sono i personaggi tipici?

All’interno di questo genere possiamo trovare una gran quantità di personaggi diversi in un caleidoscopio di caratteri e motivazioni: dal più banale scienziato pazzo che ho tentato di abbozzare nell’incipit, all’eroe senza macchia che utilizza l’energia delle torri Tesla per il bene della sua città, al Rianimatore di Cadaveri pagato da un Ministero malvagio e corrotto, al nobile annoiato dalla vita il cui unico sogno è guardare i lampi blu che mangiano la sua città, tanto odiata e amata, sorseggiando dello sherry. E ancora, il cacciatore di taglie, il creatore di armi, la bambinaia con un segreto oscuro sulle spalle, la dottoressa che ama un costrutto robotico cui ha dato la vita. E i robot stessi, animati tramite la forza della corrente alternata, da creatori che vorrebbero sostituirsi a un Dio cui la società non crede, e che si chiedono se un lampo blu possa sostituire un cervello, e cosa sia davvero il mistico soffio della vita.

In conclusione…

Il Teslapunk è un sottogenere affascinante, consigliabile a chi non è digiuno di sottogeneri del punk o a chi ha già assaggiato almeno il Cyberpunk, sia nella sua versione gdristica, che letteraria. Io mi limito a consigliarvi qualcosa che possa aiutarvi a comprendere meglio il genere.

The Prestige, film del 2006 diretto da Christopher Nolan. Qui la figura di Nikola Tesla è essenziale e determinante per lo sviluppo della vicenda.
Unhallowed Metropolis, di Jason Sole & Nicole Vega. Questo è un gioco di ruolo ambientato in un’oscura metropoli tenuta in vita dall’elettricità dopo un evento catastrofico.
Frankenstein, di Mary Shelley. Certo ben lontano da essere definito Teslapunk, il classico della Shelley ha fatto scuola, creando tematiche che sono diventate proprie e tipiche del genere.

Chiara Listo



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