Adoro i sondaggi. Hanno il potere di mettere a tacere gli espertoni e di far emergere, tra le tante verità, quella più conta: la verità della gente. Negli scorsi mesi sono stati spesi fiumi di parole sulle aziende che vendono su internet test genetici in modalità direct-to-consumer (DTC), sono state dette molte sciocchezze e ingiustificate cattiverie. Ora, grazie a un sondaggio online condotto da David Kaufman dell’Università Johns Hopkins di Baltimora, possiamo rispondere alla seguente domanda: i clienti di 23andMe, Navigenics e Decode Genetics sono soddisfatti? La risposta, a quanto pare, è sì.
Delle 1048 persone che hanno risposto al sondaggio, l’88% ha dichiarato di essere globalmente soddisfatto dell’esperienza avuta con le aziende sopra menzionate. Il 77% dei partecipanti aveva deciso di acquistare questi test al fine di migliorare la propria salute, e il 58% sembra avere ottenuto quanto desiderava: più della metà dei clienti, quindi, hanno imparato qualcosa di utile dall’analisi del proprio DNA.
Una volta ottenuti i risultati, più di un terzo degli intervistati ha deciso di stare più attento alla propria dieta, il 15% ha cambiato medicinali o integratori e il 14% ha iniziato a fare più esercizio fisico. Tuttavia, come ricordano gli ideatori del sondaggio, non possiamo stabilire adesso se queste modifiche alle abitudini alimentari e allo stile di vita produrranno davvero effetti positivi sulla salute delle persone che hanno acquistato i test genetici: per saperlo, occorrerà seguire i partecipanti per un periodo di osservazione più lungo.
Un’altra conclusione importante che si può trarre dal sondaggio è che le aziende del settore sono molto brave nel comunicare ai clienti i risultati dei test genetici: l’88% dei partecipanti ha infatti dichiarato che i risultati erano di facile comprensione. I ricercatori hanno anche messo alla prova gli intervistati, chiedendo loro di interpretare alcuni risultati, così come vengono forniti dalle aziende oggetto dello studio. Ebbene, i report sono stati male interpretati in appena il 4-7% dei casi.
Forse questi test non saranno ancora utili dal punto di vista clinico, ma una cosa è certa: le aziende di personal genomics sono formate da persone capaci, persone che hanno trovato il modo di trasmettere alla gente comune questioni estremamente complesse, come il concetto di rischio. La genetica direct-to-consumer segna quindi un gran gol nella lunga e difficile partita contro i critici e gli scettici.
Fonte: Reuters
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