Rugby Park (Kilmarnock) – La Scozia chiude i suoi viagogo Autumn Tests con una vittoria contro Tonga, importante per il morale e nel punteggio ma che non si può definire completamente convincente; le cinque mete marcate sono un buon segnale, ma ci sono stati troppi errori che, contro un altro avversario, sarebbero costati carissimo. La Scozia, oggi, è apparsa un lontano parente della squadra brillante e intraprendente che ha marcato quaranta punti contro i Pumas, prima di mettere alle corde gli All Blacks una settimana dopo; nonostante i ragazzi di Vern Cotter abbiano continuato a giocare secondo il loro game plan, è mancata la continuità e la velocità nelle giocate, la sicurezza mostrata in fase di possesso e non credo che i quattro cambi forzati abbiano influito nella prestazione – anche se Tim Visser è apparso un corpo estraneo. Va detto, comunque, che le cose migliori – nonostante l’eccessiva indisciplina – sono arrivate dalla difesa, che non è quasi mai andata davvero in difficoltà e che nella ripresa ha lasciato gli avversari a zero punti, e dalle fasi statiche – soprattutto in touche – in cui i Blues hanno dominato. Insomma, la vittoria di oggi cancella l’onta di Aberdeen e consente alla Scozia di guardare con maggiore tranquillità alla strada da fare, che è comunque ancora tanta. Analizzare criticamente una prestazione in cui si marcano 37 punti e trovare i punti di debolezza è, comunque, un chiaro segnale che la Scozia non si accontenta e punta davvero in alto.
La Scozia parte con l’intenzione di mettere gli avversari in difficoltà; il pack è subito efficace nella prima mischia chiusa, da cui nasce un calcio di punizione che il piede di Russell converte in metri preziosi, ma almeno per i primi dieci minuti entrambe le squadre faticano ad esprimersi al meglio.
Tonga, comunque, chiarisce subito che non è venuta a Kilmarnock solo per una gita e per gustarsi la prelibatezza locale, la “Killie Pie”, ma con la chiara intenzione di bissare lo ‘scherzetto’ fatto ad Aberdeen due anni fa. Sono infatti i pacifici a muovere per primi il tabellino con il piede dell’apertura Fosita, dopo che la Scozia ha concesso qualche punizione di troppo.
La Scozia, che inizia per la terza volta di fila un match sotto nel punteggio, torna subito ad attaccare e chiude gli avversari nei loro 5m. Tonga non riesce più a contenere l’avanzata dei Blues se non continuando a ricorrere all’indisciplina e al 13′ si trova già con l’uomo in meno, quando il direttore di gara, JP Doyle, mostra il giallo a capitan Nili Latu. Nell’azione successiva, la Scozia va in meta con Blair Cowan – alla sua prima marcatura con la maglia dei Blues – che finalizza una rolling maul nata ben addentro i 22m difensivi avversari. Laidlaw aggiunge i due punti dalla piazzola e la Scozia passa a condurre sul 7-3.
I ragazzi di Cotter, adesso, non vogliono mollare la presa e continuano a spingere, restando fedeli al proprio game plan ma commettendo qualche errore di troppo. Tonga ne approfitta e si riporta avanti con due piazzati di Fosita – che gioca a Northland, club di ITM Cup – da quasi quaranta metri, quando entriamo nel secondo quarto di una gara piacevole ma che dà l’impressione di non essere ancora decollata.
La gara si ferma per qualche minuto, il tempo necessario al TMO – l’italiano Damasco – di verificare un “tip-tackle” di Dunbar su Morath, che costringe Doyle a mostrare il cartellino giallo al centro scozzese. I Blues, adesso, sembrano un po’ in confusione e concedono un’altra punizione da buona posizione, che Fosita manda ancora trai pali per il massimo vantaggio tongano.
Gli ‘Ikale Tahi continuano a mantenere il possesso, passando attraverso le fasi e mettendo a dura prova la difesa scozzese, che però tiene bene. La difesa avanzante dei Blues paga al minuto 32, quando Sean Lamont con un placcaggio deciso interrompe l’assedio dei tongani e costringe Halaifonua a perdere l’ovale. Hogg, che ha seguito l’azione, è lesto ad avventarsi sulla palla e rapidissimo nel contrattacco, che porta fino in fondo andando a marcare la seconda meta del match, che Laidlaw trasforma ancora riportando avanti i Blues. Poco prima, Visser era stato fermato da un ottimo placcaggio di Aleki Lutui, ex compagno di squadra ad Edinburgh, e una meta di Russell era stata annullata perché l’apertura dei Warriors, che aveva raccolto in tuffo un pallone calciato da Laidlaw nell’area di meta avversaria, era partito in fuorigioco.
Il primo tempo si chiude con la Scozia in attacco e vicinissima alla terza marcatura; Richie Gray, oggi praticamente perfetto in touche, è bravo a servire a Laidlaw un pallone perfetto, con il capitano scozzese che si trova la strada spalancata ma è impreciso nel controllo e perde l’ovale in avanti.
Nella ripresa, la Scozia torna in campo contratta, quasi come in avvio di gara, mentre Tonga sembra in controllo del suo match. Fosita sbaglia il primo calcio della sua partita, mandando a lato una punizione regalata dalla troppa indisciplina scozzese, che dopo soli 4 minuti spinge JP Doyle a richiamare capitan Laidlaw. Tuttavia, la concentrazione sembra il tallone d’Achille dei Pacifici; appena la Scozia torna in possesso dell’ovale e Russell, dopo aver sbattuto troppe volte sul muro tongano, capisce di allargare il gioco, la Scozia va in meta per la terza volta con Alex Dunbar, che supera in velocità il diretto avversario prima di andare in tuffo oltre la linea all’altezza della bandierina destra d’attacco. Laidlaw manca la trasformazione ma i Blues allungano e, soprattutto, adesso cominciano a guadagnare terreno e spostare il gioco nella metà campo avversaria.
Il mediano di mischia di Gloucester si rifà poco dopo dalla piazzola, a punire un fuorigioco difensivo degli avversari che, nonostante i numerosi cambi, sembrano aver perso un po’ di smalto. Tonga va in apnea, ma va dato merito ai ragazzi in rosso di non disunirsi mai e di tornare, anzi, a farsi vedere in attacco, quando il cronometro segna l’ora di gioco. Gli ‘Ikale Tahi, però, spariscono dal campo nell’ultimo quarto di gara e la Scozia, ormai padrona del campo, ingrossa il tabellino con il piede di Weir e le mete di Cross e Seymour che fissano il punteggio sul 37-12 finale.
Scozia 37
Tonga 12
Score: 9′ Fosita cp (0-3), 14′ Cowan m Laildaw tr (7-3), 20′ Fosita cp (7-6), 23′ Fosita cp (7-9), 27′ Fosita cp (7-12), 32′ Hogg m Laidlaw tr (14-12); 47′ Dunbar m (19-12), 53′ Laidlaw cp (22-12), 64′ Laidlaw cp (25-12), 67′ Cross m Laidlaw tr (32-12), 76′ Seymour m (37-12).
Scozia: 15 Stuart Hogg 14 Tommy Seymour 13 Sean Lamont 12 Alex Dunbar 11 Tim Visser 10 Finn Russell 9 Greig Laidlaw (C) 1 Alasdair Dickinson 2 Ross Ford 3 Geoff Cross 4 Richie Gray 5 Jonny Gray 6 Rob Harley 7 Blair Cowan 8 Johnnie Beattie
Panchina: 16 Fraser Brown 17 Gordon Reid 18 Ryan Grant 19 Kieran Low 20 Alasdair Strokosch 21 Chris Cusiter 22 Duncan Weir 23 Duncan Taylor
Tonga: 15 Vungakoto Lilo 14 David Halaifonua 13 Siale Piutau 12 Hemani Paea 11 Fetu’u Vainikolo 10 Latiume Fosita 9 Sonatane Takulua 1 Tevita Mailau 2 Aleki Lutui 3 Paea Fa’anunu 4 Tukulua Lokotui 5 Joe Tu’ineau 6 Sione Kalamafoni 7 Nili Latu (C) 8 Viliami Ma’afu
Panchina: 16 Elvis Taione 17 Sione Lea 18 Sila Puafisi 19 Lisiate Fa’aoso 20 Hale T Pole 21 Tomasi Palu 22 Kurt Morath 23 Sione Piukala
HT: 14-12
Note: 12°C, cielo coperto. Primo match internazionale di rugby giocato su un terreno completamente sintetoco. Grande presenza italiana, con Marius Mitrea come secondo assistente, Carlo Damasco TMO e Stefano Marana citing commissioner.
Sin bin: 13′ Nili Latu (Tonga), 24′ Alex Dunbar (Scozia)
Man of the match: Blair Cowan (Scozia)
Spettatori: 16026
Arbitro: J.P. Doyle (RFU)