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Testa di Cane: Eroi del Quotidiano

Creato il 15 gennaio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Loredana Aiello 15 gennaio 2014 leggere, letteratura Nessun commento

Una strana copertina coloratissima, popolata da grottesche figure (illustrazione di Mauro Cicarè), fa da vetrina ad un libro il cui titolo desta già non poca curiosità: Testa di cane (in lingua originale Hundehoved, 2005), esordio letterario del danese Morten Ramsland, pubblicato in Italia l’anno successivo da Feltrinelli nella collana I Canguri. Asger Eriksson narra la storia della sua famiglia ricostruendone le vicende dagli anni Trenta al presente. Il racconto inizia una domenica di marzo del 1944; suo nonno paterno, Askild, a notte fonda, corre su una pianura gelata “da qualche parte della Germania orientale”: è riuscito a scappare, insieme ad un amico, dal campo di concentramento di Sachsenhausen, e non ha alcuna intenzione di farvi ritorno. Purtroppo le cose andranno male. Al momento Askild non è ancora fidanzato con la nonna di Asger, Bjørk Thorsten, e neanche lei ha vita facile a Bergen in Norvegia. Non è affatto semplice descrivere brevemente il lungo racconto di Ramsland, che attraversa ben tre generazioni degli Eriksson, non trascurando di menzionare ogni singolo componente di questa straordinaria epopea. Da un certo punto di vista si tratta di uno strambo e un po’ squattrinato nucleo familiare: nulla di straordinario, faccende e vicende che accadono nelle “migliori” famiglie non possono certo mancare nelle peggiori. Askild (futuro nonno burbero e alcolista di Asger), studente di ingegneria navale, subito dopo il conseguimento della laurea decide di chiedere il permesso di fidanzarsi con Bjørk, con la quale intratteneva già una lunga conoscenza. Purtroppo le cose andranno male. Bjørk, corteggiata anche da Thor Gunnarson, un giovane medico che frequentava la sua casa, si innamora teneramente di Askild, il taciturno ingegnere, sopravvissuto ai campi di concentramento di Sachsenhausen prima, e di Buchenwald dopo. Proprio con Askild, dopo lunghe riflessioni, deciderà di condividere la vita: una scelta che, per rimpianto, le imprimerà per sempre un’attrazione e una fiducia smodata verso la figura del medico. Ben presto, infatti, il fascino che si celava dietro un ragazzo poco loquace si svela per quello che è davvero: un mutismo rotto solo da qualche imprecazione. Dalla loro bizzarra unione, cesellata di romanzetti rosa per lei e di quadri ad olio e bettole per lui, nascono tre figli: Niels junior (Orecchie a sventola), Anne Katrine (la Mocciosa) e Knut.

Testa di Cane: Eroi del Quotidiano

Particolarmente belle e ricche di interessanti spunti sono le storie (le biografie quasi) di Orecchie a sventola, nato di parto violento in una latrina e diventato “uomo” disperso nelle foreste del Nordland, e di Leila Peterson, rispettivamente il padre e la madre di Asger. La narrazione di Ramsland alterna contemporaneamente due piani temporali: il passato, che comprende un’ampia retrospettiva fatta di ricordi e racconti di ricordi, e il presente che vede protagonista l’io narrante Asger e il suo viaggio da Amsterdam alla casa dei nonni di Tunøvej. Assieme alla sorella Stinne, Asger deve prendersi cura della anziana nonna Bjørk che da qualche tempo si è aggravata, blaterando sempre più spesso di storie di famiglia e di una misteriosa eredità frutto dell’attività di contrabbando di Askild. Tradimenti, incidenti, violenze, avventure, paure e tormenti, ma anche tanto divertimento: la penna di Morten Ramsland (ottima la traduzione di Eva Kampmann) non annoia mai un secondo, la curiosità e la voglia di continuare la lettura sono costanti per tutta la durata del libro. Testa di cane è un romanzo davvero molto originale: quasi come se si trattasse di epica moderna, Ramsland ha il delizioso vezzo di attaccare ai personaggi dei soprannomi (degli epiteti), e di raccontare le varie vicende dipingendo, come un rapsodo, degli episodi ben distinti che alla fine si uniscono armonicamente. Non è certo un caso fortuito se ha venduto migliaia di copie e si sia aggiudicato il premio “Alloro d’oro” (assegnato dai librai danesi) come miglior romanzo dell’anno: così poetico nella sua disarmante prosaicità, in cui le metafore diventano reali, non si può fare a meno di affezionarsi ai suoi molti personaggi, sempre in lotta per “non farsi trapassare dal buio”. Si attende con trepidazione la traduzione di Sumobrødre.

Testa di Cane: Eroi del Quotidiano


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