Ogni tanto, vagando sul web, ritrovo pezzi di feste magnifiche, che parlano di un mondo che non so se esiste più, dove ai miracoli che può fare il denaro si aggiungono quelli d una fantasia sfrenata, senza limiti, che poggia su solide basi di cultura. Tra i protagonisti delle notti del xx secolo farei senz’altro i nomi di Truman Capote col suo Black and White Ball, nel 1966 o le feste tenute dai coniugi Fitzgerald, di cui resta un ricordo indelebile nelle pagine di Il grande Gatsby. Ma oggi, online, ne ho trovato un altro di cui mai avevo sentito parlare… Una serata memorabile, intitolata Surrealist Ball.
Era il 12 dicembre 1972, e Marie-Hélène de Rotschild, rampolla dell’ultra-ricca dinastia di banchieri stilò la sua lista di invitati per farli convergere a Ferrières. Magritte era morto da qualche anno, Paul Delvaux ci mise ancora mezzo secolo, Salvador Dalí era fresco come una rosa: il surrealismo imperversava nell’arte e nella cultura. E così arrivarono i biglietti d’invito che, in linea col tema della serata, gli inviti erano scritti al contrario e per leggerli bisognava tenerli davanti a uno specchio. I requisiti per partecipare alla serata erano: «Cravatta nera, abiti lunghi e teste surrealiste (black tie, long dresses and surrealist heads)». Niente di più, niente di meno.
Marie-Hèléne studiò personalmente ogni dettaglio, aiutata forse dallo stesso Dalí, che per l’occasione fu intrattenitore, mattatore ma anche cappellaio matto, nel senso che alcuni dei copricapi e delle teste li disegnò lui stesso. Il castello dove doveva svolgersi il party era completamente travolto da una luminaria di luci ambrate, volte a creare l’illusione che l’edificio fosse in fiamme. Tutta la scalinata, poi era piena di servi e camerieri vestiti da gatto – e tutti erano accovacciati come gatti, pronti a ricondurre chi si fosse perso in quel tortuoso labirinto infernale “tra le braccia” della padrona di casa.
Lei era bellissima: un gigantesco cervo dai cui occhi stillavano lacrime di diamante. E poi c’erano donne con facce di mela, uomini dipinti a nuvola, cilindri con doppie facce. Tavoli macabramente apparecchiati che potrebbero essere ispirazione di ogni banchetto funebre per cose futili di qui a venire. Sogni, sogni, tantissimi sogni. E le bizzarrie del surrealismo assortite.
di Silvia Ceriani
Per altre info, cfr. il magazine Scala Regia, 4 gennaio 2010; la piattaforma So Bad So Good.