Magazine Cultura
Wallflowers : Bringing Down The Horse
Il figlio di Bob Dylan, Jakob. Quando l'ho recensito su Feedback, un annetto fa, ho scritto che non volevo parlare del padre per non sottoporre il figlio a imbarazzanti confronti. In un anno è cambiato tutto. Alla radio americana non si sente altro che One Headlight, l'hit di questo album che è finito al primo posto della classifica USA. Non è da escludere che sul prossimo disco di Bob Dylan attaccheranno una fascetta: il disco del padre di Jakob Dylan!
Il disco è molto bello, la citata canzone è un ottimo hit, e Jakob è un songwriter affascinante. Bringing Down The Horse mi da un po' le stesse emozioni che mi ha dato molti anni fa il disco omonimo dei Dire Straits di Mark Knopfler. Le 11 canzoni sono un ottimo modo di traghettare il rock in questi anemici anni '90.
P.S.: i Wallflowers sono anche nella (bleah) soundtrack di Gozilla, con la cover di Heroes di David Bowie.
Bob Dylan : Time Out Of Mind
< Jakob, hai sentito il mio disco nuovo ? >
< Papa', mi dai un'occhiata ai bambini stasera ? E non mettere su musica! >
Nick Cave : the boatman's call
Il miglior disco dell'anno? Il miglior disco di Nick Cave? Per me le risposte sono sì e sì. Sull'onda, pare, di una delusione amorosa, Nick Cave mette da parte punkitudini, goliardate, eccessi per realizzare il suo capolavoro. The Boatman's Call è una raccolta notturna di dodici piccole poesie cantate con inusuale sincerità, con dolcezza, con tristezza. La BMG Ricordi ha pensato bene di includere nel Cd anche la traduzione dei testi, per permettere anche a chi sia a digiuno di inglese di seguire le malinconiche riflessioni di questo adorabile australiano trapiantato in Europa. Nel disco si parla soprattutto di amore: amore terreno e amore celeste. Gli angeli di Cave sono in carne ed ossa: black hair, green eyes.
"Baciami di nuovo, ribaciami e poi baciami, passa le tue mani fredde sotto la mia camicia, a questo vecchio scopatore inutile con la sua splendida fica non importa di farsi male... abbracciami e stringimi, non dirmi il tuo nome, e poi fai piano quando te ne vai per lasciarmi ai miei brutti sogni..."
Il modello di questo Nick è Leonard Cohen, ma devo ammettere che non ricordo un disco del canadese che sia altrettanto compatto, asciutto, completo e perfetto quanto questo.
La mancanza di un hit come il precedente Where The Wild Roses Grow ha frenato la notorietà di questo Boatman's Call, ma non dovrebbe mancare nella discoteca di nessun amante dei songwriter e della musica del cuore, Cohen e Waits in testa.
P.S.: è uscito il Best di Nick Cave, un buon album, che contiene anche un bonus CD in concerto. Una buona occasione per conoscere meglio Cave.
Steve Earle : El Corazon
Steve è un cantautore Texano, uno che ha vissuto le sue canzoni veramente sulla propria pelle. Non certo un fighetto. Basta ricordare che ha passato piu' di un anno in carcere. Negli USA si dice che abbia una rivalita' con Dwight Yoakam...
I suoi ultimi dischi erano acustici e belli / molto belli.
El Corazon ha un'iconografia alla Joe Ely (Messico e nuvole...) e cuori tatuati ovunque (a cui non posso certo essere indifferente: chi mi conosce sa che anch'io ho un cuore tatuato sul petto... e un'altro dentro)
Il disco è un po' acustico, un po' elettrico, molto 'roots'. Una specie di Lucky Town piu' folk. Bello, molto bello, per tutti gli amanti del Texas, di Earle... e di gente alla Calvin Russel...
P.S.: è in negozio anche il nuovo Joe Ely. Non è epocale come Letter To Laredo, ma è comunque un disco per gli amanti del rock di Texas Tears.
Tonio K : Olé
è stato date alle stampe il disco di un altro Rock & Roll Hero, TONIO K, di cui si erano perse le tracce da tempo. Il suo nuovo disco non è realmente nuovo, ma è un album del 1980 prodotto da T Bone Burnett e rimasto incastrato in Arista quando l'etichetta è stata venduta.
Generalmente penso che se un disco è inedito di solito c'è un buon motivo, ma OLE è straordinario. Forse perchè non è "finito" come gli arrangiatori avrebbero voluto. Dopo quattro brani standard, parte un grande album elettroacustico, grandi ballate e una grande voce, valorizzate da un accompagnamento "minimo". Di gran lunga il miglior album di Tonio K, ed un disco all'altezza degli eroi del rock (mi viene da pensare a Steve Hunter).
Gregg Allman : Searchin' For Simplicity
Tutti i dischi rock dovrebbe semplicemente essere così. Il fatto è che non lo sono. Searchin' For Simplicity è blues, è sincero, è suonato bene,è registrato meglio. È rock tatuato da un polvero pick up. Rock da Gibson.
Tutte le canzoni sono buone: Rendez Vous With The Blues, Memphis In The Meantime (del grande John Hiatt). E soprattutto Whippin' Post degli Allman Brothers, a cui manca solo un adeguato assolo di 12 minuti...
P.S.: sullo stesso genere, da non mancare anche Last Train To Memphis di Johnny Rivers. Splendido.
Nils Lofgren : Acoustic Live
Ho sempre avuto molta simpatia per Nils (Grim, Crazy Horse con Neil Young, All Starrs, E Street Band), ma mai un suo disco è stato così buono. Senza il frastuono delle chitarre elettriche le sue canzoni sono tanti gioiellini... pare di sentire il greatest hits di un supergruppo che non c'è mai stato...
Ian Hunter : The Artful Dodger
Altri splendidi lenti da un purissimo eroe del rock & roll.
John Fogerty : Blue Moon Swamp
A distanza di un quarto di secolo dall'epopea scintillante dei Creedence Clearwater Revival e di dieci anni dall'ultimo disco solista si ripresenta all'appello John Fogerty. In Blue Moon Swamp un Fogerty cresciuto e maturo suona il suo energico rock & roll come se fosse blues del sud. Gli ingredienti sono gli stessi, come non sono cambiate voce squillante e Gibson: rock del delta, paludi, swamp, lupi mannari, tornado, alligatori e una luna a illuminare la notte. Rispetto agli altri album però questo Fogerty, felice, alla fine innamorato e sposato, provato (come tutti) dalla vita e dalla morte del fratello Tom, è un tranquillo, geniale bluesman (rockman?) che seduto sulla sua sedia a dondolo sotto il porticato in una notte di luna ci racconta le sue affascinanti storie di lupi mannari con la voce più affascinante di tutti gli altri. Un must per tutti i nati nei '50, e un caldo consiglio a tutti i più giovani che vogliono sapere cosa si nasconde nel cuore del rock.
P.S.: è uscito anche l'album dal vivo di Fogerty, pieno zeppo di pezzi dei Creedence.
Subdudes : Live At Last
Per rimanere in tema di Louisiana e di swamp (le paludi), ecco il commiato della ex migliore band di giovani di New Orleans.
Live At Last è un caldo e morbido disco dal vivo, 18 energiche ballate registrate alla fin del 1996. Per chi già conosce(va) i Subdudes, Live At Last è il disco migliore della band; le loro canzoni migliori, nei migliori arrangiamenti e con una grande registrazione. Per chi non ha nulla della band, ma ama i lenti, Stand By Me, la musica di New Orleans, i Little Feat, i ritmi caldi del sud e i dischi che durano settanta minuti, Live At Last è un disco da non mancare.
John Hiatt : little head
Chi ha avuto l'onore del maggior numero di proprie canzoni suonate da altri artisti? Lennon e McCartney ? Nossignore: John Hiatt !
Partito come collaboratore del giro di Ry Cooder, passato per un tentativo di importazione (negli USA) del nuovo beat inglese degli anni '80, Hiatt ha registrato i dischi migliori alla fine degli ani '80, con la trilogia Bring The Family, Slow Turning, Stolen Moments, dischi vissuti e sofferti, dischi raccontati al modo della Springsteeniana Darkness On The Edge Of Town.
Ma canzoni belle Hiatt ne ha sempre scritte, e spesso non per se ma per altri. Da non perdere è la raccolta Love Gets Strange - The Songs Of John Hiatt, della Rhino Records.
Tranquillizzato dal successo, rinfrancato nello spirito da una nuova famiglia (la prima moglie è morta suicida), Hiatt si è rilassato negli ultimi anni con una serie di album divertenti, a volte molto buoni.
Come divertente è questo Little Head, ma non di più. Per chi cerca l'anima delle canzoni, manca il coinvolgimento di altri tempi. Ma potete sempre farlo suonare in modo efficace mentre correte sulla 101 da San Francisco a San Diego.
P.S.: da non mancare il Best di John Hiatt, con 5 brani più o meno inediti...
Southside Johnny : Spittin' Fire
Ma vah? Mentre il suo vecchio amico Bruce Springsteen registra album acustici uno dietro l'altro, e sigla il divorzio più costoso (pare) della storia, mentre cresce i suoi bimbi in due attigue ville di Beverly Hills ("l'unica casa che abbia veramente amato..."), anche Johnny suona unplugged. Ma solo perché non ha più strumenti elettrici. Non ha più nemmeno un batterista, veramente. E invece di godersi una piscina in California è ancora in giro per club a guadagnarsi la vita. Spittin' Fire è una edizione acustica degli hit dei Jukes, qui ridotti a quartetto acustico in un club parigino, ma non domati. Southside Johnny è un grande interprete, forse difetta un po' di gusto, ma i suoi blues sono notevoli. Due CD al prezzo di uno. E c'è anche The Fever, la più bella canzone di Bruce Springsteen. E anche Fade Away.
Wilco : Being There
OK, non è un disco nuovo. Ma Zambellini dice che è il miglior disco dell'anno scorso. Si vede che non abbiamo più gusti tanto simili. Una band di giovani americani new country che suonano come i Beatles di John Lennon. Se vi piacciono i Beatles questi due CD al prezzo di uno sono il doppio bianco dei Wilco. Insomma, un buon modo di far ascoltare il rock americano agli amanti del beat dei 4 di Liverpool.
Pat Metheny : Beyond The Missouri Sky
Beyond the Missouri sky: short stories by Charlie Haden & Pat Metheny. Questo è il titolo completo. Una copertina accattivante, e 13 piccoli delicati brani acustici senza tempo e senza genere, tratte un po' dalla storia dei due, e persino dalla colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso. Purtroppo il disco non decolla, e l'atmosfera rimane troppo rarefatta per concretizzarsi, anche se il tocco giusto pare sempre essere molto vicino. Tutti i brani si assomigliano e sono difficili da riconoscere, ad eccezione del solo splendido Spiritual, un torrido blues lento alla chitarra elettrica, scritto dal figlio del jazzista Charlie Haden. Un brano bellissimo, fra il blues classico alla I Feel Like I'm Going Home e le affascinanti musiche di Angelo Badalamenti. Per me vale il prezzo del CD.
Van Morrison : The Healin' Game
Tell Me Something / The songs of Mose Allison with Van Morison, George Fame, Mose Allison & Ben Sidran è il vero titolo dell'ultimo progetto per la Verve (nota etichetta jazz) dell'infaticabile irlandese. E poi Don't Look Back con John Lee Hooker e The Healin' Game per conto suo. In un solo anno. Ma non sarà troppo ?
P.S.: è di questi giorni l'uscita di un doppio CD di inediti...
Blues Traveler : Straigh On Till Morning
Mi batto il petto. I Blues Traveler di John Popper non li conoscevo; ho comprato il disco per il nome della band, la bellissima copertina (con le due stelle a destra) e , naturalmente, il titolo "dritto sino al mattino".
Per trovarmi fra le mani un disco di torrido rock obliquo, suonato come se i Jethro Tull o i Gentle Giant suonassero Jimi Hendrix che suona Rithm & Blues.
E scoprire, tramite Internet, che questi Blues Traveler sono una band di culto da anni, un gruppo di quelli che macina concerti live a due al giorno, alla Grateful Dead o alla Phish. Ma decisamente piu' robusti (dei secondi). E poi c'e' questa dolcissima canzone di 7 minuti, Yours. E come lato B gli otto minuti blues di Make My Way.
Blue Bottazzi 1997 - Texas Tears on line
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