Anche Gianni Amelio e Michele Placido in sala per Sette opere di misericordia di Gianluca e Massimiliano De Serio, opera che ha suscitato grande curiosità e discreta attesa non solo perchè gli autori giocavano in casa.
Ed immagino che Placido non sia rimasto deluso da questo lavoro forte, intenso ed esteticamente molto pulito.
Luminita è una ragazza Rom che vive di espedienti e qualche furtarello, per poi portare tutto al campo e alla sua famiglia.
Ha preso di mira un vecchio malato, si presenta in ospedale, gli ruba cibo e soldi.
Poi però ha un accordo con un dipendente dell’ospedale per consegnargli un bambino che dovrà rapire.
Ed allora si introduce in casa del vecchio, lo sequestra e usa la casa come base per la sua nuova attività.
Il film è intenso, pieno di cose da dire.
Pochi dialoghi, sono le immagini a raccontare tantissimo.
La storia è scandita dalle sette opere di misericordia della religione cattolica che finiscono per essere titoli di altrettanti capitoli.
La cosa non è così banale, perchè i comandamenti sono riadattati alla problematica società moderna e deformati nella loro essenza, fino ad assumere nuovi significati.
I De Serio hanno una particolare attenzione alla fotografia e alla scelta delle inquadrature, sempre ponderate e mai buttate lì.
Davvero notevoli poi alcuni movimenti di macchina molto lenti, capaci di parlare.
L’evoluzione della vicenda è importante, il rapporto tra i due protagonisti evolve in qualcosa di particolare. Sono due vittime della società che finiscono per aiutarsi a vicenda, sebbene la partenza sia davvero poco promettente.
E a rendere potente la narrazione di questo rapporto contribuiscono non poco le eccelenti interpretazioni di Olimpia Melinte e soprattutto di un incredibile Roberto Herlitzka, estremamente intensi ed espressivi.